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Restauro del busto di Vittorio Emanuele II conservato al museo Spontini

2' di lettura 30/11/-0001 -
L’Amministrazione comunale ha promosso il restauro del busto di Vittorio Emanuele II conservato nel museo “Gaspare Spontini”. All’opera ha lavorato la restauratrice Melissa Ceriachi, che ha riconsegnato alla struttura museale un’opera di pregio che sembrava irrimediabilmente compromessa. Ora il busto è visibile nel museo che conserva i cimeli del grande compositore maiolatese.

dal Comune di Maiolati Spontini


Il pezzo è un calco in gesso smaltato cavo nell’interno, formato da tre stampi assemblati e saldati con il gesso di composizione. “L’opera aveva subito pesanti danni – spiega l’assessore alla Cultura Sandro Grizi – in seguito ad una caduta. Sono stati contati 127 frammenti sopravvissuti. La testa, unica parte rimasta intera è risultata a sua volta compromessa per la presenza di molteplici fratture interne che ne hanno indebolito la struttura. Le operazioni di restauro realizzate sul busto sono state finalizzate alla conservazione e alla migliore fruibilità del manufatto. Un intervento che rientra nella politica di valorizzazione a arricchimento del museo, che viene portata avanti finanziando interventi di sistemazione, nuove acquisizioni e tutte le iniziative necessarie a garantire la massima fruibilità del museo. Interventi che l’Amministrazione realizza grazie anche al contributo scientifico del conservatore museale Marco Palmolella”.



Il recupero del busto ha riguardato il consolidamento del rivestimento smaltato, delle aree fratturate e il riassemblaggio dei frammenti. Il busto si presentava quasi completamente mancante del suo basamento, un elemento ritenuto essenziale per la stabilità strutturale e l’equilibrio dell’intero tanto da essere considerato un punto importante di riflessione in previsione della sua realizzazione ex-novo. L’esistenza di un vecchio documento fotografico del 1917, nel mostrare una delle stanze di Casa Spontini, ha permesso di scorgere l’immagine del busto ancora nella sua interezza consentendo così di risalire alla forma dell’originale basamento. “Una volta ricomposto il busto in tutte le sue parti – spiega la restauratrice Melissa Ceriachi – si è proceduto con l’intervento di pulitura. Nell’intervento si è seguito l’approccio scientifico adottato nel Laboratorio della Fortezza da Basso dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze basato su importanti sistemi che permettono una pulitura graduale, controllabile e differenziata”.






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 03 febbraio 2006 - 5425 letture

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