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Fabriano: nasce l'Associazione Produttori Agricoli AltaValle dell'Esino

4' di lettura 30/11/-0001 -
Gli obiettivi, ben definiti. L’Impostazione, è altrettanto robusta ed i soggetti coinvolti sono davvero determinati nel raggiungere buoni risultati.
Parlo della neonata Associazione Produttori Agricoli AltaValle dell’Esino, presentata nel corso di una conferenza stampa tenuta nell’aula consiliare del municipio della città della carta.

da Daniele Gattucci


L’agricoltura di nicchia ed i prodotti enogastronomici che ne derivano, costituiscono il cardine di questo progetto che ha come attori principali, oltre alle aziende che rappresentano il nucleo fondante, anche i Comuni di Fabriano e Matelica (presenti i Sindaci), la Confcommercio e la Coldiretti e guarda con vero interesse al mondo universitario.

Atenei in funzione dei quali elaborare, ad esempio, un corso di laurea sulle nuove tecniche di coltivazione o quanto meno sulla gestione sempre più accurata di coltivazioni biologiche.
Dalle premesse, entriamo nei dettagli di questo nuovo sodalizio fabrianese che ha sede e Punto Vendita in Via Fogliardi 43, cui hanno aderito l’Azienda Agricola Biologica Le Salse Argignano, l’Azienda F. Barbarossa di San Michele, l’Azienda F.lli Perini di San Giovanni, la Coopertiva Apicoltori Montani di Matelica.

Per quanto concerne l’organigramma alla presidenza è stato eletto Piero Guidarelli, vice è Rino Perini, segretario-tesoriere Pierluigi Pierantoni, responsabile alla vendita Fabrizio Barbarossa.
Tutti presenti all’incontro con i cronisti, insieme al presidente della Commissione Cultura, Pino Falzetti, che ha commentato “un altro desiderio si realizza, l’enogastronomia come traino dello sviluppo del turismo e dell’economia cittadina e del territorio”. Concetto sul quale hanno insistito anche i due primi cittadini Roberto Sorci e Patrizio Gagliardi. “Quello odierno – ha dichiarato il sindaco di Fabriano - è un ottimo momento d’intrapresa su un settore di nicchia con grandi sbocchi commerciale anche on-line. Inoltre, catalizza sinergie operative con la società comunale che gestisce l’Azienda Agraria che a sua volta interagisce con l’Istituto Tecnico Agrario dal quale muovere per aprirsi alla collaborazione con l’UniFabriano”. “Oggi, non si può più improvvisare – ha insistito il sindaco Gagliardi – occorre perseguire una forte specializzazione che prende le mosse dal settore scientifico e della ricerca attuata su prodotti di qualità che rappresentano l’elemento forte della nostra zona, da rendere visibili nei più svariati settori e livelli”.

E qui, come rilevato anche dal segretario dell’Associazione Pierantoni, Gagliardi ha passato in rassegna una molteplice serie di produzioni che identificano l’area montana: la razza Ovina Fabrianese e quella Bovina Marchigiana su un fronte, il Verdicchio doc in attesa di ottenere la docg, il salame di fabriano, il miele pregiato (chi conosce quelle prelibatissimo come il melato di quercia o l’ostakis, ndr) dall’altro. Mi fermo qui giacchè, per nostra fortuna è davvero lunga la lista della peculiarità elencate anche dal presidente dell’Associazione Produttori Agricoli AltaValle dell’Esino, Piero Guidarelli.

La zona del fabrianese sta attraversando un particolare momento di difficoltà legato alla crisi della produzione industriale locale, nazionale, europea – ha esordito - la modifica dei contributi comunitari alle aziende agricole, l’ingresso di altre nazioni nella CEE, la notevole concorrenza in modo particolare sui prezzi da parte di altri paesi, hanno determinato una notevole crisi nel mondo agricolo tale da far diminuire il numero delle aziende e degli addetti – ancora - il nanismo commerciale, per i prodotti agricoli, che ha caratterizzato questa zona non può consentire una valida crescita e distribuzione dei prodotti. Per migliorare la situazione, abbiamo costituito il gruppo che punta a valorizzazione produzione, trasformazione, promozione e commercializzazione dei nostri prodotti agroalimentari, con l’istituzione di un punto vendita a Fabriano, e qualora necessario esteso ad altre città avvalendoci del supporto offerto da Internet”.

Il presidente ha incalzato sui fini istituzionali dell’insieme.
Può assistere gli associati nell'individuare attività idonee al rispetto di norme regionali, nazionali e comunitarie e negli adempimenti burocratici e legislativi, tutelarli nei confronti della pubblica amministrazione, privati e associazioni”.
Come detto l’apertura di un punto vendita vicino la Cattedrale, è uno dei passaggi centrali del programma dell’Associazione, che per sottolineare al suo interno, la presenza di prodotti agroalimentari di origine animale e vegetale locali, molti dei quali con certificazione biologica, di sicura provenienza e garanzia, lo ha intitolato “Magna come parli”.

Inoltre, si guarda già fuori dai nostri confini, aprendo punti vendita in grandi città italiane “siamo già in contatto con organizzazioni di Roma e Milano” ha sottolineato Guidarelli “ma ci stiamo muovendo sulla vendita on line in collaborazione con gruppi di acquisto privati”. A completamento della proposta la “cooperazione con enti e scuole per sperimentare e organizzazione una filiera nuova completa, promuovendo eventi culturali e convegni incentrati sulla diffusione della cultura dell’agricoltura biologica.

Non abbiamo la pretesa di essere un’alternativa all’industria – ha concluso - ma si potrebbe diventare un’industria alternativa”.






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 12 luglio 2006 - 1745 letture

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