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ramarri & c.: Tempo di migrazioni nel Parco Naturale del San Bartolo

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Dal 1998 l\'Ente Parco Naturale del S. Bartolo con la collaborazione dell\'Università degli Studi di Urbino e l\'aiuto di numerosi volontari effettua rilevamenti della migrazione primaverile ed autunnale dei rapaci; il promontorio del S. Bartolo con le falesie a picco sul mare è, infatti, un ottimo punto di osservazione per studiare il transito dei migratori.

di Francesca Morici
francesca@viveresenigallia.it
Alcune specie di rapaci ed i grandi veleggiatori come gru e cicogne sfruttano durante gli spostamenti migratori le correnti ascensionali, colonne di aria calda generate dal riscaldamento del suolo, le quali li aiutano a spostarsi senza battere frequentemente la ali, minimizzando così i costi energetici.
In questi anni sono state censite più di ventidue specie ed osservati oltre ventimila esemplari.
Sono dieci le specie più numerose che transitano sopra il S. Bartolo: Poiana, Falco pecchiaiolo, Gheppio, Falco di palude, Sparviere, Nibbio bruno, Falco cuculo, Albanella minore, Lodolaio, Falco pescatore.

Nel periodo primaverile i rapaci migratori dall\'Africa transahariana si spingono nel continente europeo verso i quartieri di nidificazione, dopo aver attraversato il Mediterraneo preferendo dei \"corridoi\" stretti come il Canale di Sicilia, lo Stretto di Gibilterra ed il Bosforo dove riescono a sfruttare le termiche.
Alcune specie, come falchi ed albanelle, maggiormente indipendenti dalle termiche, con volo battuto attraversano anche il mare aperto.
Raggiunto il continente gli uccelli seguono le linee di costa, le catene montuose e le valli.

I rapaci, soprattutto il Falco pecchiaiolo, che attraversano il Canale di Sicilia sono spesso vittime dei proiettili dei bracconieri.
La caccia all\'\"adorno\", viene così chiamato il Falco pecchiaiolo, coinvolge sulle coste calabre circa un migliaio di bracconieri (fonti LIPU), i quali colpiscono da veri e propri bunker ed anche dai terrazzi delle abitazioni private.




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