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Vita di Galielo chiude il siaprio sulla stagione teatrale

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Si chiude il sipario sulla stagione di prosa del Teatro Pergolesi di Jesi - realizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini e dall’Amat con il contributo della Banca Popolare di Ancona – che ospiterà giovedì 17 e venerdì 18 maggio come ultimo appuntamento Vita di Galileo di Bertolt Brecht.

da Amat
Si tratta di un nuovo allestimento che Il Rossetti-Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e il Teatro de Gli Incamminati stanno portando in tourneè dal 16 marzo, data del debutto al teatro Fraschini di Pavia. Sul palcoscenico Franco Branciaroli che, insieme ad undici attori racconterà la storia (e il dramma) dello scienziato pisano. La regia è di Antonio Calenda.

Più che mai oggi i rapporti fra scienza e potere, fra scienza e religione hanno una valenza dirompente e più che mai i grandi temi della conoscenza trovano un’eco molto profonda perfino nella vita di tutti i giorni. «La scienza e la necessità di rigenerarla secondo un’etica che le offra motivazioni assolute – afferma Antonio Calenda – saranno i temi nodali della nostra lettura, che – rispetto al passato – non svilupperà invece il profilo della critica alla Chiesa: una scelta che apparirebbe anacronistica alla luce del famoso “perdono per Galileo e per le vittime della Santa Inquisizione” chiesto da Papa Wojtila, come pure delle osservazioni dello stesso Brecht, che nelle ultime note suggerisce – per non limitare le potenzialità e il senso del testo – di riconoscere alla Chiesa semplicemente il ruolo di rappresentante dell’“autorità.

Per comprendere a fondo il senso e le peculiarità di questo testo – continua il regista – è necessario risalire alle grandi motivazioni per cui fu creato, alle riflessioni e agli eventi che spinsero Brecht ad elaborarlo in certe direzioni. Impossibile non correlare l’ultima definitiva versione di Vita di Galileo (in cui l’autore condanna l’abiura del protagonista) con l’atteggiamento di certi scienziati a lui coevi, che proprio in quegli anni si erano resi indirettamente colpevoli del disastro di Hiroshima, mettendo a disposizione di uomini comuni e della politica di potenza i loro studi sulla scissione dell’atomo. Impossibile non ricordare le osservazioni di Brecht sulla scelta di Robert Oppenheimer e di quei fisici che pur di non cedere alle richieste di un governo dedito alla guerra rinunciarono a incarichi di prestigio certi che “Scoprire qualcosa fosse diventato un’ignominia”».

Un personaggio, quello di Galileo, che ha sempre affascinato registi e attori da quando nel 1963 Vita di Galileo è stato portato in scena per la prima volta in un’edizione "mitica" da Giorgio Strehler, con Tino Buazzelli. Un personaggio che è, per gli attori, una palestra formidabile di lavoro e di affinamento delle proprie qualità e come tale da affrontare nel momento della maturità, perché non richiede interpreti timorosi e timidi ma consapevoli delle proprie capacità. Proprio per questo Franco Branciaroli è un magnifico Galileo, al quale ha saputo dare una profondità e uno spessore notevoli. Branciaroli-Galileo è ribelle, aggressivo, nevrotico, prestante, egoista, profittatore, imbroglione prima di trasformarsi sotto i nostri occhi in un vecchio cieco che non rinuncia però ai suoi studi e che, di nascosto, trascrive i propri testi, altrimenti destinati alla distruzione.

Accanto a Franco Branciaroli gli altri protagonisti dello spettacolo sono: Giulia Beraldo, Lucia Ragni, Emanuele Fortunati, Alessandro Albertin, Giorgio Lanza, Greta Zamparini, Giancarlo Cortesi, Daniele Griggio, Tommaso Cardarelli, Emiliano Coltorti, Lello Abate. Le scene dello spettacolo sono di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Elena Mannini e le musiche di Germano Mazzocchetti.

I biglietti sono in vendita presso la biglietteria del Teatro G.B. Pergolesi (9.30-12.30 e 17-19.30 e da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli) tel. 0731 206888. Inizio spettacolo ore 21.

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