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Chiaravalle: è crisi alla Manifattura
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Produzione ridotta ad un terzo e oltre 90 dipedenti a rischio disoccupazione. |
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di Marco Catalani
marco@viverejesi.it
E’ questa la previsione più nera che riguarda il futuro della Manifattura che tra le incertezze dei lavoratori, i dissidi all’interno della triplice sindacale e il malumore della politica cittadina, si avvicina al fatidico 18 maggio, data durante la quale saranno svelate le scelte dell’azienda. Sindacati e British American Tabacco, l’attuale proprietà, si incontreranno a Trento per il coordinamento nazionale ma, al momento, di certo c’è solo la cessione del ramo d’azienda ad un altro soggetto. marco@viverejesi.it
Tra le varie ipotesi di acquisto, quella di un pool di imprenditori marchigiani, ma nessuno conferma. Certo è che i dubbi attorno all’operazione, non mancano: a metà aprile Francesco Valle, Ad di Bat, parlava ai sindacati di una produzione da 800mila chili di tabacco. Marchi minori, slim fino a novembre e ricollocazione di 47 unità lavorative con la mobilità. Ma per i sindacati, in base ai chili di prodotto, così facendo si salveranno appena 25 persone contro le attuali 119.
“Qualche giorno dopo – racconta Muhammed El Hasani di Cgil –lo stesso Valle ha incontrato il sindaco Montali e l’eurodeputata Sbarbati, parlando di 2,5 milioni di chili e 5 anni di produzione filtri per tutto il gruppo”.
Due tavoli ufficiali, due posizioni diverse. Ad accentuare gli interrogativi anche il mancato confronto con l’ancora segreta nuova proprietà. “Ha poco senso – prosegue il sindacalista – trattare con chi va via. Io vorrei al tavolo l’imprenditore che entra”.
“La Bat ci ha rassicurato – ha detto il sindaco Daniela Montali durante l’assise - che Chiaravalle è un sito strategico e per questo non vuole lasciare la città. Un orientamento che, se si realizzerà, è soddisfacente ma è evidente che non possiamo far passare tutto senza critiche”.
E a confondere ulteriormente le cose per i lavoratori, la spaccatura all’interno della compagine sindacale in merito all’intera faccenda. La Cgil voleva indire un’assemblea prima di Trento. Cisl e Uil dopo. Così alla richiesta di incontro avanzata da Cgil, è mancata la controfirma delle altre due sigle che hanno di fatto negato il permesso alla riunione. Insomma, tutto rimandato alla prossima settimana. E la tensione tra i lavoratori resta alta.

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