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Respinto il ricorso contro l'antenna al Palatriccoli

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"L'Amministrazione comunale, nel predisporre il piano di telefonia mobile, ha agito in maniera assolutamente corretta e nel rigoroso rispetto della legge".

dal Comune di Jesi
www.comune.jesi.an.it
La conferma giunge dalla prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche che, entrando finalmente nel merito di una vicenda che risale a quasi tre ani fa, ha respinto il ricorso di alcuni cittadini e della società sportiva Aesina contro il regolamento comunale degli impianti di teleradiocomunicazione e contro l'autorizzazione provvisoria per l'installazione dell'impianto al Palatriccoli.

Il Tar ha infatti ritenuto del tutto infondate le motivazioni esposte dai ricorrenti, tenuto conto che non possono considerarsi all'interno di impianti sportivi le aree individuate dal regolamento né è diversamente possibile definire le distanze minime dal perimetro di impianti sportivi. Per quest'ultimo aspetto era già intervenuta la Corte Costituzionale, nel 2003, a dichiarare l'illegittimità della previsione di legge regionale che affidava alla stessa autorità di governo regionale il potere di determinare le suddette distanze minime.

Di fatto tutte le osservazioni evidenziate dal Comune, rappresentato dagli avvocati Michela Ninno e Antonio Mastri, sono state recepite dai giudici del tribunale amministrativo regionale che, viceversa, hanno contestato uno ad uno tutti i motivi opposti dai ricorrenti. L'Amministrazione comunale, nell'esprimere piena soddisfazione per la sentenza del Tar - che peraltro giunge dopo altri quattro pronunciamenti tutti favorevoli al Comune di Jesi espressi a vario titolo sia dal Tar che dal tribunale ordinario - ribadisce che il piano di telefonia mobile, costruito insieme all'Asur per gli aspetti sanitari e all'Arpam per quelli ambientali, ha permesso di regolamentare e governare, senza subirlo, il cosiddetto fenomeno di “antenna selvaggia”.

In particolare, a fronte di oltre venti richieste di nuove antenne, il confronto con i gestori ha permesso di stralciarne la gran parte, autorizzando appena 6 siti. Oltre alla riduzione degli stessi siti, il percorso avviato a suo tempo dall'Amministrazione comunale - con un importante percorso partecipativo - ha permesso di salvaguardare il principio di precauzione con l'adozione dell'obiettivo di qualità non solo nelle aree più sensibili ma nell'intero territorio comunale (certificato peraltro dalle indagini compiute dall'Arpam), garantendo un monitoraggio costante, il restyling dei vecchi impianti esistenti con una tecnologia migliorativa e più sicura, oltre allo sviluppo dei nuovi sistemi avanzati di comunicazione in un contesto di attenzione alla salute pubblica.

L'Amministrazione comunale, nel ribadire che il suo obiettivo è quello di contemperare le esigenze della sicurezza e della salute con una normativa che dà di fatto mano libera ai colossi delle telecomunicazioni, assicura che la questione del piano di rete di telefonia mobile non è un discorso chiuso, visto che si manterrà la massima attenzione alle evoluzioni legislative in materia, così come a qualsiasi ulteriore raccomandazione dovesse giungere dalle autorità sanitarie.

La sentenza del Tar ha respinto, ritenendola inammissibile, anche la censura avverso le delibere di Consiglio comunale con le quali è stato modificato il regolamento edilizio e si è adottata la variante alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore. In questo caso il Tar ha detto be altro: rientra a pieno titolo nelle scelte di merito dell'Amministrazione comunale individuare i modi concreti con cui attuare la maggiore garanzia possibile alla salute dei cittadini e dunque anche procedere alle localizzazioni più idonee a perseguire questo obiettivo.



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