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Pesaresi: Alla guida dell\'Autorità Portuale ci vuole un uomo pratico

3' di lettura 14/11/2008 - Il dibattito in seno alla designazione del nuovo presidente dell\'Autorità Portuale di Ancona interessa seppur indirettamente anche l\'Interporto, in virtù del protocollo d\'intesa sottoscritto nei mesi scorsi e che coinvolge anche l\'aeroporto di Falconara.

Leggo con interesse le varie posizioni dei singoli soggetti istituzionali interessati e dei candidati e pur non esprimendo opinioni o valutazioni sulle singole persone, sia perché non mi compete sia perché non credo di conoscerle così bene, mi permetto di porre l\'accento su alcune caratteristiche per le quali la prossima presidenza dovrà caratterizzarsi. La presidenza Montanari ci ha consentito di dialogare in maniera approfondita in una fase nella quale il centro intermodale era in fase di gestione degli appalti, e questo va sottolineato con grande favore. Oggi però gli scenari economici nazionali ed internazionali correnti sono un po\' cambiati e siamo nella condizione di aver avviato l\'attività almeno parziale di questa infrastruttura, avendo già da tempo concluso i lavori del primo lotto e del suo ampliamento ed abbiamo in corso i lavori per la predisposizione del controllo accessi. L\'Anas da oltre un mese ha avviato i lavori per la realizzazione dello “Svincolo per il collegamento del centro intermodale di Jesi” così come si stanno realizzando i lavori di armamento ferroviario (prima fase) che consentirà entro il 2009 l’ingresso del primo treno in interporto.



Il protocollo denominato \'La piattaforma logistica interportuale dell\'Italia centrale: linee programmatiche per la messa a punto di un percorso comune” che gli interporti del centro-Italia (Jesi, Valpescara/Chieti; Frosinone; Orte; Civitavecchia; Sviluppumbria in rappresentanza delle piattaforme logistiche della Regione Umbria) hanno sottoscritto, ormai ci costringe a ragionare in ottica di macro-aree. L\'accordo va proprio nella direzione della logica di integrazione tra le strutture intermodali soprattutto nella direzione strategica est-ovest da Falconara ad Orte, al di là quindi dei confini regionali e degli interessi locali. Il porto di Ancona ha l\'opportunità di inserirsi in questo sistema, diventando punto di riferimento in Adriatico per il traffico merci da e verso i Balcani che ricordo saranno “la nostra Cina”, come ripete spesso il presidente Spacca. Ma per farlo la nuova dirigenza dell\'Autorità Portuale di Ancona avrà bisogno di scelte chiare e condivise.



Le nostre caratteristiche, la nostra posizione, gli accordi in fase di definizione, ci vedono dialogare con i grandi hub come Taranto e Gioia Tauro che guardano al Mediterraneo, ma abbiamo le capacità per svolgere quelle funzioni di check-in remoto e di retroporto a soli 30 km di distanza, in condizioni quindi più favorevoli di quanto non abbia potuto fare ad esempio il porto di Genova che gestisce queste funzioni ad oltre 80 Km di distanza con l\'interporto di Rivalta Scrivia che risolverebbe i problemi che il porto di Ancona ha in termini di necessità di spazi, traffico, inquinamento. Per queste e per molte altre questioni che riguardano lo sviluppo economico della nostra regione, siamo pronti fin da subito ad avviare un tavolo programmatico sì ma soprattutto operativo, che veda coinvolti tutti i soggetti interessati e che non va ritardato un giorno più dello stesso insediamento del nuovo presidente.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-11-2008 alle 01:01 sul giornale del 14 novembre 2008 - 1195 letture

In questo articolo si parla di attualità, interporto, jesi





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