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Comitati per la salute: no alla riconversione Sadam

sadam 4' di lettura 07/12/2008 - Ad una settimana dal voto in Consiglio Comunale sulla riconversione Sadam, presentiamo a tutta la cittadinanza il nostro Manifesto Riassuntivo, con la sintesi delle nostre posizioni ed il loro approfondimento. Queste sono le argomentazioni che ci spingono a dire NO alla proposta di riconversione presentata dalla Eridania-Sadam. Ci auguriamo che coloro che sono favorevoli a tale riconversione, per mantenere una degna credibilità, abbiano la stessa lealtà di documentare con ugual metodologia le proprie scelte.

Siamo CONTRARI a questa proposta di Riconversione per i seguenti motivi


1) QUESTIONE OCUPAZIONALE La proposta di riconversione presentata dalla Eridania-Sadam non dà alcuna garanzia occupazionale. Inoltre non è richiesta la firma del sindaco all’accordo di riconversione produttiva per ottenere la cassa integrazione dal 1 gennaio 2009, quindi non si capisce perché tale firma debba essere apposta.


2) QUESTIONI ECONOMICHE - Gli impianti proposti non hanno alcuna sostenibilità economica ed industriale, in quanto necessitano di più energia di quella che producono. L’azienda li propone solo perché tramite essi avrà accesso ad una marea di soldi pubblici. Si parla di una operazione finanziaria fatta da Sadam per le sei riconversioni proposte in tutta Italia di ben 2,5 miliardi di euro. - La filiera agricola locale rientrerà nei piani previsti solo per una minima percentuale. Ciò metterebbe gli agricoltori che si legano alla Sadam per le forniture in una posizione di estrema debolezza di potere contrattuale. - La Raffineria di Biodiesel sarà il primo passo verso il trasferimento dell’API a Jesi, come già indicato in piani approvati con delibere di Giunta Regionale. - La scelta di dare il via alla proposta in esame, vorrebbe dire mettere fine a tutte le economie più importanti della Vallesina, soprattutto quelle legate ai prodotti agricoli di qualità, al biologico, al verdicchio, al turismo, ecc…. Per salvare (si fa per dire) 143 posti di lavoro, quanti ne perderemo? - Uno sconto sulla potenza della centrale, discusso in questi giorni per arrivare ad una eventuale firma dell’accordo, non porterebbe ad alcun reale miglioramento delle problematiche economiche descritte, e sarebbe un compromesso fatto dopo una chiara scelta a monte fra due modelli di sviluppo, incompatibili fra loro: quello basato sul reale sviluppo del territorio, sui nostri “gioielli di famiglia” (l’industria agricola di qualità, i prodotti agricoli biologici, il Verdicchio, la catena degli agriturismi, il turismo ed il terziario), sulla sostenibilità, sul benessere delle nostre comunità, e quello concorrente basato sullo sfruttamento delle risorse pubbliche che assomiglia più ad operazioni finanziarie fatte con i soldi pubblici che ad un vero progetto produttivo. Ragionare quasi esclusivamente in termini di contrattazione sulla potenza della centrale, vorrebbe dire aver scelto il secondo modello, quello che mette i cittadini gli uni contro gli altri, quello ormai superato basato solo sulla crescita, quello che invece di unire, spezza gli interessi della collettività, contrapponendo il lavoro alla salute, lo sviluppo economico alla tutela del territorio e dell’ambiente.


3) QUESTIONE AMBIENTALE Metteranno a rischio la nostra salute, dato che i nuovi impianti saranno altamente inquinanti ed emetteranno sostanze considerate cancerogene. Solo la centrale inquinerà come 20 mila auto che ogni giorno compiono 62 KM. Anche dal punto di vista ambientale e sanitario, i rischi sarebbero ben poco ridotti dal solo eventuale ridimensionamento della potenza della Centrale.


4) INAFFIDABILITA’ DELL’AZIENDA L’azienda ha disatteso numerose promesse, alcune delle quali in maniera ecclatante, contraddicendo se stessa a distanza di pochi giorni. Come ci si può fidare a far costruire ad una azienda così una Raffineria di biodiesel ed una centrale a biomasse enormemente impattante? Per di più, il Sindaco di Jesi vorrebbe firmare l’accordo di riconversione produttiva senza che la Sadam presenti alcun progetto. Sono state presentate solamente 29 paginette informative (slides) e poche altre informazioni generiche.


5) TRASPARENZA: UNA BELLA PAROLA, MA…. Impongono di fare queste cose tenendo fuori i cittadini, opponendo addirittura il segreto di Stato alle richieste di accesso agli atti. Impongono anche agli enti pubblici che dovrebbero firmare l’accordo, di concordare cosa comunicare ai cittadini. Neanche in Birmania succede così !!!


6) SADAM INDAGATA…. La SADAM è indagata e rischia il rinvio a giudizio per reati che, se confermati, risulterebbero aver danneggiato Jesi ed i suoi cittadini. Come Comitato, se il rinvio a giudizio arriverà, ci costituiremo parte civile; il Sindaco e l’amministrazione comunale cosa fanno, invece, firmano accordi con tale azienda? Senza neanche aspettare l’esito che darà il GIP??


7) BONIFICA Prima di qualsiasi riconversione e di qualsiasi accordo, la Sadam ha l’obbligo di legge di fare la bonifica dei siti. Come si può pensare di firmare un accordo senza che un piano di bonifica serio per un sito che ospita uno zuccherificio da 60 anni abbia completato il suo iter amministrativo e senza che venga discusso in Consiglio Comunale?


Clicca il pdf per leggere tutto il documento.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-12-2008 alle 01:01 sul giornale del 09 dicembre 2008 - 1195 letture

In questo articolo si parla di ambiente, attualità, sadam, Vallesina, Comitato Tutela della salute e dell\'ambiente della Vallesina





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