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Belcecchi: proposte concrete per risolvere il problema dell\'accesso al nuovo ospedale

5' di lettura 29/04/2009 - \"“...Passa il tempo, ma noi no...” recita una bellissima canzone di Fiorella Mannoia. La prima idea intorno all\'Asse Nord risale, credo più o meno, a circa trenta anni fa\".

Tutti, da destra, sinistra, centro, sopra e sotto, hanno sempre detto che quella era un\'opera indispensabile per Jesi. Sono stati abbozzati almeno sette idee progettuali (ma mai nulla che assomigliasse ad un preliminare). C\'è un ospedale da completare nel più breve tempo possibile, affrontando e risolvendo le quotidiane difficoltà di carattere tecnico e finanziario. Stiamo attraversando la peggiore crisi economica e produttiva dal dopoguerra ad oggi, ma per noi la madre di tutti i problemi jesini continua ad essere l\'Asse Nord! Mi sto seriamente domandando se davvero l\'unico sciocco sia io.



Per non aver voluto seguire l\'esempio di molti che mi hanno preceduto. Sarebbe bastato continuare a sostenere che l\'Asse Nord è una infrastruttura fondamentale per la città: tracciare un altro (l\'ennesimo) tratto di matita su un foglio, e tutti sarebbero stati contenti e soddisfatti. Finalmente l\'Asse Nord c\'è! É lì, disegnato sulla carta e previsto dal nuovo Piano Regolatore! Che importa se sarebbe rimasta l\'ennesima previsione su cui accapigliarsi per i prossimi venti o trenta anni.



Ma l\'Asse Nord c\'era. E intanto? Tutti si domandano, e giustamente aggiungo io, cosa succederà quando realmente il nuovo ospedale entrerà davvero in funzione a pieno regime tra un anno o, al massimo, due. I più avveduti e saggi hanno già la risposta pronta: “Che problema c\'è? Tutto si risolverà con l\'Asse Nord! Quando? Ma ovviamente quando avremo a disposizione quei 10? 15? 20 milioni di euro necessari! E cioè? Cioè, orientativamente, tra 10, 15 o 20 anni!” E intanto? Gli sciocchi, come il sottoscritto, pensano invece sia necessario, anzi fondamentale, provare a rispondere a quel...“E intanto? Nel frattempo?”. Già, ma come? Ad esempio, condividendo alcune osservazioni e idee proposte ad esempio dal gruppo di progettazione del nuovo Piano regolatore, guidato dalla professoressa Gabellini (la quale non è l\'ultima arrivata visto che è stata chiamata anche per la redazione del nuovo Prg di Bologna e altri di quel gruppo sono stati incaricati di realizzare il Piano Strategico per la Provincia di Milano) e della Sintagma, società da tutti riconosciuta come tra le migliori e più qualificate nel settore della viabilità e mobilità, a livello nazionale.



Ora, tali soggetti, hanno fatto queste semplici considerazioni; 1) Prendendo in mano una cartina della Vallesina, hanno valutato che circa l\'80% della popolazione della vallata, quella cioè compresa tra Serra S. Quirico e Maiolati che graviterebbe su Jesi, provengono dal lato ovest della città e non hanno considerato la “genialità”, insita nell\'idea dell\'Asse Nord come via unica e privilegiata di accesso al nuovo ospedale, di convogliare quel traffico lungo Viale della Vittoria, fargli attraversare pressoché tutta la città fino all\'incrocio Viale del Lavoro - San Giuseppe per imboccare l\'Asse Nord. 2) Loro hanno avuto invece l\'idea di provare a dividere i flussi di traffico da e per l\'ospedale lungo ben tre direttrici in modo da poter affrontare il problema con soluzioni semplici, rapide e poco costose Come? Un primo accesso da ovest, sfruttando l\'asse che dalla Fornace porta direttamente a via Paradiso (eliminando la strozzatura di Via Campolungo, spostando la pista ciclo pedonale all\'interno dell\'area sportiva, e prevedendo lo sbocco al nuovo ospedale nella parte retrostante il parcheggio).



Un secondo accesso nella parte centrale della città utilizzando l\'asse che dal Viale della Vittoria, sale lungo Via Giovanni XXIII e la parte iniziale di Viale Martin Luter King che sarà agganciata in maniera agevole a viale Aldo Moro per arrivare direttamente nel parcheggio dell\'ospedale. Un terzo accesso da est con la prevista “bretella” Viale del Lavoro - Via Puccini che, oltre a risolvere il problema dell\'ingorgo di via Erbarella, permette alla parte residua di traffico che arriva da quel lato della Vallesina di raggiungere il nuovo ospedale sia da via dei Colli che, attraverso viale Verdi, agganciare il secondo asse precedentemente descritto. Certo tali proposte non saranno magari in grado di “far sognare” (soprattutto i proprietari delle aree della valle del Granita e i costruttori), ma di sicuro potrebbero risolvere definitivamente il problema dell\'accesso al nuovo ospedale, in tempi ragionevolmente rapidi e senza dover prevedere enormi investimenti.



Se, invece, si vuole affrontare la questione dell\'Asse Nord come possibile soluzione al problema dell\'uscita della grande quantità di traffico che dalla parte alta della città si sposta in direzione della zona industriale e verso Ancona, allora la discussione è di altra natura e possiamo continuare a discuterne. Non senza però aver trovato una risposta credibile ad un problema cui fino ad oggi nessuno ha trovato una soluzione. E cioè, ad Asse Nord realizzato - con risorse e tempi sopra immaginati - cosa succederà una volta che migliaia di auto saranno convogliate lungo quell\'asse per confluire tutte in un punto (l\'incrocio tra Viale del Lavoro e Via S. Giuseppe) che, per quanto provvisto di rotatoria, appare assai angusto e poco adatto a sopportare una tale mole di traffico?






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-04-2009 alle 15:05 sul giornale del 29 aprile 2009 - 2291 letture

In questo articolo si parla di attualità, fabiano belcecchi





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