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comunicato stampa
La Diocesi festeggia il compatrono San Floriano

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da Diocesi di Jesi
www.jesi.chiesacattolica.it

La Diocesi di Jesi è in festa per il suo compatrono San Floriano e partecipa alle manifestazioni che la città sta vivendo con il Palio di San Floriano organizzato dall’associazione “Amici del Palio di San Floriano”. La cerimonia della presentazione del  Palio di San Floriano in epoca moderna, è rinato quindici anni fa grazie all’impegno e all’iniziativa di don Mario Bagnacavalli.  

Già nel pomeriggio del giorno dedicato al santo, il lunedì 4 maggio, circa 300 bambini si erano ritrovati in Cattedrale, attorno alla statua di San Floriano, accolti da don Vittorio Magnanelli che ha ricordato come San Floriano sia stato un laico che ha testimoniato la propria fede nel so ambiente. Il vescovo Gerardo Rocconi, nel suo programma radiofonico per la mattina del 9 maggio, (ore 7,20 su Radio Duomo in Blu 106,7 o 95,2 Mhz) dedicherà la sua riflessione a San Floriano e al suo messaggio per gli uomini d’oggi.


“L’intera società civile è in movimento con rievocazioni storiche, giochi popolari, coinvolgimento dei bambini nella festosa scampanada. Il culmine della festa è il sabato quando tutti i sindaci della Vallesina, al seguito di un corteo in costume medievale, parteciperà alla santa Messa. Si tratta di una commemorazione dell’atto di sottomissione di tutti i comuni del contado alla città di Jesi. E la città di Jesi, in segno di gratitudine a Dio, offrirà, per le mani del podestà, un cero in onore di San Floriano.\"


\"Chi era san Floriano? Era un soldato: fu ucciso nel 304 sotto Diocleziano, durante una terribile persecuzione. Una caratteristica di quella persecuzione fu non tanto che non si poteva essere cristiani, quanto che non doveva essere manifestata la fede e, in particolare, non ci si doveva riunire. E’ il periodo della morte dei martiri di Abitene: quelli che dissero che non potevano non riunirsi nel giorno del Signore, come avrebbero fatto a vivere senza l’incontro con Gesù nell’Eucarestia? E anche Floriano, in un certo senso, il martirio se l’è cercato proprio perché non si tenne nascosto. Saputo che alcuni cristiani erano stati uccisi, altri imprigionati, tentò di andarli a trovare per portare aiuto e conforto. Scoperto gli si chiese di rinnegare la sua fede, di sacrificare agli dei. Ovviamente si rifiutò.\"


\"Venne flagellato, gli si legò una pietra al collo e venne gettato nel fiume. Come tutti i martiri ha dovuto scegliere, ha dovuto rendere posizione di fronte a Cristo, scegliere o rifiutarlo. Ma gli erano chiare le parole del Vangelo: “se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi si perde?” Certo, le parole di Gesù ci pongono sempre di fronte ad una scelta, ad una scommessa, e per tutti prima o poi arriva il momento in cui questa scommessa bisogna farla, questa decisione bisogna prenderla.\"


\"San Floriano è stato definito come il santo della decisione. Nell’incontro con Gesù si trova il senso della nostra vita. Che sciocchezza vivere ricurvi, come se il senso della vita fosse su questa terra. Non è così: il senso della vita è l’amore eterno di Dio. Tutto questo era chiaro nella mente di san Floriano. Per questo non ebbe paura di subire il martirio e di essere uomo della decisione. Non abbiamo paura di riporre nella speranza in Gesù. Gesù non ci distoglie dai doveri di questo mondo, Tutt’altro, chi pone la sua speranza in Cristo, sa che non sarà deluso e allora il suo impegno anche nelle cose di questo mondo sarà sempre intenso e generoso.”