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Oltre 600 persone ad ascoltare l\'europarlamentere Serracchiani

5' di lettura 01/09/2009 - Uno straordinario successo di pubblico, oltre 600 persone, è quello registrato domenica 30 agosto alla Festa del Pd di Jesi dall’europarlamentare Debora Serracchiani. Ad accoglierla all’ingresso della Festa il Segretario provinciale Lodolini e quello comunale Vannoni

“Franceschini ha fatto una scelta di coraggio a candidarsi alla segreteria dopo le dimissioni di Veltroni – così motiva la Serracchiani nel corso dell’intervista il suo appoggio all’attuale segretario – ha avuto una grande capacità di mediazione, ha preso in mano il partito in un momento difficile e ha condotto una buona campagna elettorale”. Inoltre, secondo la Serracchiani, sono solo pochi mesi che Franceschini guida il Pd e bisogna imparare a dare più fiducia e più possibilità ai propri leader. Per la Serracchiani “questo partito, con Franceschini, è riuscito a fare quello che in due anni non ha fatto, lo ha portato - continua - a decidere anche su questioni molto importanti come l’ingresso di tutti gli eletti del Partito democratico nella Alleanza progressista dei socialisti democratici al Parlamento europeo o come eliminare i ministri ombra”.



In merito al mescolamento ed al rinnovamento della classe dirigente, secondo la Serracchiani, è il momento storico per far spazio, da parte della vecchia classe dirigente, a quelli che vogliono esserci, che devono esserci. “Questo partito non ha bisogno di persone sole al comando che mettono chi vogliono nei posti giusti ma di un partito che deve finirla con i personalismi, i protagonismi, col frammentarsi sulle persone”. “Un partito – continua - che deve pensare che la politica è una cosa di tutti, dove c’è bisogno di tutti: non siamo stati in grado di formarne un\'altra classe dirigente, ci sono giovani e non giovani con la mentalità giusta che hanno bisogno di spazio”.



Alla domanda su come dovrà essere per lei il PD, secondo la Seracchiani occorre chiarire come farlo, strutturarlo per dargli un’identità territoriale radicata. “Gli iscritti sono fondamentali: sono loro quelli che ti aiutano durante le campagne elettorali, presenti quando fai le manifestazioni, quelli a cui fai riferimento a livello territoriale e, cosa fondamentale, quelli che danno la linea politica del partito”. E precisa “gli iscritti, se non li interpelliamo per questo, non servono e, non solo per le campagne elettorali, ci servono per la linea politica del partito durante tutto l’anno, durante tutto il percorso”. Ma sottolinea subito la Serracchiani che, se vuole essere un partito di governo, il PD non può parlare solo agli iscritti ma anche a un cerchio più ampio, agli elettori e chiedere anche a loro.



“La scelta del segretario – dice - è un’assunzione di responsabilità enorme ed è questa la fortuna delle primarie, che funzionano, che vanno mantenute perché differenziano noi dalla destra. Aprire agli elettori attraverso le primarie non è stato un errore ma non abbiamo poi parlato loro: il PD deve essere il partito degli inscritti ma anche degli elettori”. Sempre sul partito, la Serracchiani afferma che il PD è un partito federato e spiega che ciò significa partiti territoriali forti in grado di dare la linea politica, di individuare le candidature e di scegliersi anche le alleanze autonomamente rispetto ad un partito centrale che dà la linea politica più ampia. Il PD è poi, secondo la Serracchiani, un partito etico, che significa, tra l’altro, mettere un limite ai mandati istituzionali e politici che consenta il ricambio. “Bisogna individuare – prosegue - la società in cui dobbiamo vivere perché costruire il PD, altrimenti, serve poco”.



E conclude “deve essere dunque un partito etico che si fa carico della questione morale, deve essere un partito forte che si assume la responsabilità su posizioni di rottura, autonomo e federale, e deve essere, soprattutto, partecipato”. Debora Serracchiani passa infine ad affrontare una questione riguardante gli editori ed in particolare “una cosa di cui non si parla nei giornali proprio perché riguarda gli editori”. Spiega infatti “il governo ha dato venti milioni di euro agli editori per mandare in pre-pensionamento tutte le migliori firme dei tre giornali principali di questo paese: 90 al Corriere della sera, 50 al Messaggero, 90 alla Repubblica per mandare in pensione quelli che adesso hanno circa 58 anni e che quindi sono nel pieno della maturità giornalistica”.



Continua la Serracchiani “Ha regalato il governo, agli editori, cinque anni di pre-pensionamento: questo significa che questi che erano dei professionisti che avevano ancora la forza di dire sì o no, di fare la critica, di fare la differenza, di fare le domande, andranno in pensione e quelli che entreranno saranno dei precari e non avranno quindi la forza contrattuale di dire si o no all’editore, di fare domande, di fare la critica”. E si chiede “siamo pronti a questa ulteriore botta alla nostra informazione?” ricordando che quest’anno, dalle rilevazioni di due istituti internazionali sulla stampa, l’Italia è l’unico paese occidentale che, in quanto informazione, è passato da paese libero a paese parzialmente libero. “ E’ il momento per il PD – conclude la Serracchiani - di indignarsi e scendere in piazza, è il momento che si manifesti, si dica che questo non è il paese che vogliamo e che si diano delle alternative, si usi il congresso per scegliere e maturare e dare delle idee ma soprattutto proposte concrete”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 01-09-2009 alle 19:08 sul giornale del 02 settembre 2009 - 1241 letture

In questo articolo si parla di politica, jesi, partito democratico