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La voix humaine e Pagliacci a concludere la 42esima Stagione Lirica del Pergolesi

piazza della repubblica 2' di lettura 28/11/2009 - La voix humaine di Poulenc e Pagliacci di Leoncavallo, un dittico inedito, forse un modo per valorizzare opere meno note, accostandole ad altre più celebri.


Tratto da un dramma di Jean Cocteau, La voix humaine è un colloquio telefonico tra due amanti in procinto di lasciarsi: parole dolci a appassionate si alternano a frasi più violente e deliranti, sentimenti contrastanti che solo il tormento amoroso sa coniugare. Allo spettatore, in realtà, è offerto un mero monologo della protagonista, la presenza dell\'uomo è solo intuita nei momenti di silenzio di lei, negli squilli del telefono... La presenza in scena di un solo personaggio non facilita la comunicazione col pubblico, tuttavia il regista Leo Muscato sfrutta la condizione e la accentua con una scenografia minimalista: un\'auto schiantata contro un lampione lungo una via costeggiata da palazzi grigi semiabbandonati, una luce fredda che illumina una strada deserta; una messa in scena che già da sola incute allo spettatore un senso di angoscia e precarietà. Su questo substrato dai toni grigi, l\'unica nota di colore è il cappottino rosso della protagonista Charlotte Riedijk , probabilmente un modo per accentuare il focus sulla donna, dalla cui recitazione si crea l\'intera opera.

Dopo il prologo dei Pagliacci, il fondale si alza e svela le stanze di un palazzo su due piani, l\'assenza delle pareti permette di avere una visione globale della scena: i camerini dei commedianti al piano superiore e un piccolo palcoscenico al piano terra che crea l\'atmosfera del \"teatro nel teatro\", che consente di seguire il \"dietro le quinte\" dell\'intera vicenda.

Ancora in Pagliacci ricorre il tema del sentimento d\'amore , si racconta la vicenda di una compagnia di attori, giocolieri e saltimbanchi tormentati da gelosia, risentimento e odio: tre uomini che amano la stessa donna, incondizionatamente, egoisticamente; un amore cieco che porteà alla morte della povera donna uccisa da un raptus di follia.
La storia si ispira ad una vicenda avvenuta in Calabria. Il meridione d\'Italia è reso dal regista Muscato con le movenze dei protagonisti, coi comportamenti della folla, gli stessi costumi dai toni pastello, curati da Monica Iacuzzo, evocano un passato che fu. Da menzionare anche i costumi della pantomima che esasperano l\'esagerata pancia di Pagliaccio e gli attributi sessuali di Arlecchino e Colombina (culturista superdotato e una svampita maggiorata).

Le scene, efficacissime a rendere la drammaticità dell\'opera, sono dello scenografo Antonio Panzuto; il coro è del circuito lirico lombardo e dell\'associazione corale dei pueri cantores di Macerata, la musica ancora una volta magistralmente eseguita dall\'orchestra filarmonica marchigiana.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-11-2009 alle 18:15 sul giornale del 30 novembre 2009 - 1300 letture

In questo articolo si parla di cronaca, lirica, jesi, teatro pergolesi, Elena Sagrati





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