x

La Giornata delle Marche celebra Giovanni Battista Pergolesi

Giovanni Battista Pergolesi 4' di lettura 08/12/2010 -

La Giornata delle Marche 2010 oltre a Matteo Ricci, vuole celebrare un altro dei suoi figli più illustri: Giovanni Battista Pergolesi, in occasione dei 300 anni della nascita. I l geniale compositore, nato a Jesi nel 1710 e morto a soli ventisei anni a Pozzuoli, in soli sette anni di produzione ha raggiunto una fama universale e si è affermato fra i protagonisti massimi della scena musicale europea.



La sua città natale, con la Fondazione Pergolesi Spontini e il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gli ha dedicato un anno intero di celebrazioni culminate con l’opera più ascoltata, il ringraziamento alla pietà celeste ‘Stabat Mater’, interpretato il 25 settembre dal maestro Claudio Abbado, alla testa dell’orchestra Mozart, al teatro Pergolesi.

Un’opera senza tempo, definita un capolavoro di ‘stellare bellezza’, tornato alla luce trecento anni dopo la nascita del compositore. Secondo la leggenda, Pergolesi la terminò a Pozzuoli, in un convento dei cappuccini dove si era trasferito per curarsi dalla tubercolosi, il giorno stesso della sua morte, il 17 marzo 1736.

Il calendario delle Celebrazioni ha programmato nel corso del 2010 l’opera omnia del musicista, le rare pagine di musica strumentale e le molte composizioni sacre. Oltre alla produzione teatrale che fece conoscere Pergolesi nell’ambiente napoletano con ‘Lo frate ‘nnamorato’ e ‘La serva padrona’.

In programma anche una serie di convegni internazionali di studio a Napoli, Milano, Roma, Dresda, Tokyo, Jesi, Vienna, oltre a iniziative didattiche, all’istituzione della Commissione scientifica per l’Edizione Nazionale delle Opere di Pergolesi in occasione del terzo centenario dalla nascita dell’autore.

La fama del compositore jesino è cresciuta nel tempo: grazie a Bach che ha fatto una parafrasi dello ‘Stabat Mater’ e anche grazie alle tante storie che hanno infiorettato la sua breve vita, come quella che lo vuole avvelenato da musicisti invidiosi del suo immenso talento. Negli anni successivi alla morte gli venne attribuita qualsiasi partitura che si avvicinasse allo stile della scuola musicale napoletana. Alla fine dell’800 il catalogo gli assegnava fino a 500 lavori ridotti a 28 dagli studi recenti.

La sua musica è ancora viva nella vita contemporanea, non solo nei teatri e nelle sale da concerto ma spesso nel cinema, dove viene scelto come colonna sonora (tra i film, ‘Amadeus’, ‘Dogville’ o ‘Chocolat’) o negli spot pubblicitari. Addirittura un asteroide porta il suo nome.

A distanza di trecento anni, Pergolesi (il cui nome deriva da Pergola, città natale dei suoi familiari) offre ancora l’occasione di ricordare un’epoca in cui l’Italia, grazie a un figlio della terra marchigiana, è stata al centro della vita culturale europea.

LA VICENDA BIOGRAFICA

Francesco Degrada

(…)Jesi era nel Settecento un attivo centro musicale. Pur non essendovi un teatro, opere venivano eseguite pressoché ogni anno nella sala maggiore del Palazzo Municipale; oltre che nella Cattedrale, musiche sacre, oratori e cantate spirituali si eseguivano nelle chiese di S. Giovanni Battista, della Confraternita della Morte e in quelle dei padri agostiniani e domenicani e nei monasteri di S. Anna e di S. Chiara. La conoscenza della musica (e in particolare la pratica del violino) era largamente diffusa anche nei ceti popolari. A Jesi Pergolesi iniziò lo studio della musica sotto la guida di maestri locali; da Francesco Santi, maestro di Cappella presso la Cattedrale, apprese i rudimenti della composizione, mentre uno strumentista di vaglia, Francesco Mondini, lo istruì nel violino. I suoi progressi furono rapidi in entrambi i campi; fra le scarsissime notizie biografiche su Pergolesi, emerge non a caso quella relativa

alla sua perizia di violinista. Grazie ai contatti che il lavoro di geometra permetteva al padre di allacciare, e probabilmente per la sua abilità di violinista, Giovanni Battista entrò ben presto in rapporto di familiarità con diversi nobili jesini: Giovan Battista Franciolini (che lo aveva tenuto a battesimo), Gabriele Ripanti, dilettante di musica che amava avere il giovane a palazzo per suonare con lui, Pier Simone Ghislieri, Cardolo Maria Pianetti, intellettuale illuminato e munifico. Forse grazie ai buoni uffici di quest'ultimo, che aveva ottimi rapporti con la corte di Vienna e con l'amministrazione del viceregno austriaco di Napoli, Pergolesi fu inviato a perfezionare le proprie cognizioni musicali in uno dei quattro Conservatori di musica napoletani, il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-12-2010 alle 17:05 sul giornale del 09 dicembre 2010 - 1106 letture

In questo articolo si parla di attualità, regione marche, Giovanni Battista Pergolesi

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve è https://vivere.me/ffO