Progetto Sollievo, interrogazione di Massaccesi

Progetto sollievo. Interrogazione del consigliere Daniele Massaccesi.
Il sottoscritto Daniele Massaccesi, Consigliere Comunale del Gruppo PdL,
premesso
- che sono doverose alcune considerazioni che prendono spunto dal “Progetto Sollievo” , dalle relative attività previste, da questa realtà e da quanto è legato ai servizi in esso e per esso previsti;
chiede
se è vero (e se sì perché) che a Jesi – e sembra solo a Jesi – viene seguita una logica un po’ atipica, in cui si prevede e si favorisce non una deistituzionalizzazione del trattamento e del rapporto, a favore e per un pieno inserimento sociale dei soggetti affetti da disturbi mentali, ma altre modalità ed esperienze, in cui questa maggiore apertura al sociale, forse, viene un po’ limitata;
se è vero che si intrattengono maggiori rapporti con strutture ed organismi (v. Cooss Marche) che sono certamente, e per carità, seri, ma caratterizzati da un sistema che a volte sembra privilegiare l’“amministrazione” e la gestione, a volte quasi elefantiaci, sì da impegnare ed assorbire - forse impropriamente - troppe risorse rispetto a quelle che dovrebbero invece essere rivolte e destinate ai servizi (v. quelli, ad es., di “Progetto Sollievo”) ed a chi, questi servizi, effettivamente e materialmente assicura, e tutto ciò preferendolo ad un sistema che privilegi invece, più che solo le Cooperative, anche le associazioni, più dirette, più aperte al volontariato e meno costose, ma più creative, aperte e disponibili a svolgere ed a mettere in cantiere un maggior numero di attività e di iniziative, allo scopo di favorire realmente quell’inserimento sociale altrimenti un po’ penalizzato;
se è vero che, al di là della logica di rivolgersi a colossi delle Cooperative, c’è una reale attenzione ed un puntuale rispetto anche per il lavoro dei soci lavoratori;
se è vero che per i servizi resi per il “Progetto Sollievo”, ad esempio, la Regione Marche liquida / attribuisce alla Cooperativa, come pagamento orario per una professionalità, circa € 27,00, a fronte di una “paga” effettiva corrisposta dalla stessa Cooperativa al proprio socio / lavoratore, e per lo stesso servizio, di ca. € 9,00 (netti) all’ora (ed in pratica se è vero, e quali sono i motivi, che a fronte di un costo orario pagato alla Cooperativa, ad esempio, di 27 euro, la Coop. stessa paga al lavoratore 17 euro (lordi) ed il lavoratore, in pratica, finisce per ricevere solo 9 euro netti, con un guadagno orario su ogni lavoratore che risulterebbe essere così, mediamente, di ben 10 euro per la Coop.);
se vero che, almeno in sede di rendicontazione, è possibile fare alcune riflessioni e verificare se il “guadagno” per la Cooperativa non è eccessivo, se la differenza per chi percepisce la paga “reale” non è eccessiva, se lo “scarto” fra i 27 ed i 9 euro netti percepiti può ritenersi giustificato, e quali misure si intende adottare per un effettivo riequilibrio fra le varie “prestazioni”, attualmente ai danni dei lavoratori, premiati sì da un lavoro, comunque, ma di fatto “ostaggi” di un sistema che sembra arricchirsi alle loro spalle, con l’unico obiettivo – che si dovrebbe raggiungere – di far percepire al lavoratore, a fronte di un sacrosanto lavoro, un “salario” più alto, senza che rivoli finiscano magari solo per la gestione e la – a volte – elefantiaca amministrazione di una Cooperativa.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-12-2010 alle 18:54 sul giornale del 10 dicembre 2010 - 771 letture
In questo articolo si parla di politica, jesi, Daniele Massaccesi, Popolo delle Libertà – PDL, cooperativa, disturbo mentale
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