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Lettera aperta di cittadini a Sindaco Belcecchi ed all'Assessore all'Ambiente Maiolatesi

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Jesi

In merito all’ordinanza cosiddetta “Anti Smog” di cui si discute in queste ultime settimane, si vuole far rilevare quanto segue.

Si prende atto che, dopo anni di sottovalutazione del problema, che ha addirittura portato a scelte, per fortuna bloccate e non andate a termine, che avrebbero aggravato una situazione satura ed ampliamente fuori legge, la questione sia oggi scoppiata in tutta la sua gravità.

Bene ha fatto finalmente la Regione, dopo essere stata messa in mora o sanzionata dalla UE per i superamenti da più di 5 anni, a promuovere una azione, seppur gravemente tardiva, per tentare di risolvere la problematica.

E’ evidente, però, che un provvedimento serio debba avere come obbiettivo quello di essere efficace ed equo. Deve cioè contribuire a ridurre i livelli troppo elevati e fuori limite di legge delle PM10, facendo rientrare i livelli nei limiti previsti dalle normative vigenti ed, allo stesso tempo, avere il minimo impatto socio-economico possibile in maniera equamente distribuita fra le diverse categorie di cittadini e di imprese e fra le diverse zone della città. Altrimenti rischia di essere inutile e dannoso, per le persone e per le attività commerciali.

E’ altrettanto evidente che un provvedimento simile, nel momento in cui viene calato nei comuni, per essere efficace, deve essere studiato e basato sulla fotografia reale e verosimile della situazione delle emissioni di PM10 nel contesto comunale stesso. E’ inutile infatti prevedere, ad esempio, lo stop di alcuni mezzi o la limitazione delle emissioni di alcuni impianti industriali o di alcune tipologie di caldaie domestiche o industriali, senza conoscere la reale quantità di emissioni attualmente in essere in città determinate da tali categorie impattanti e, quindi, senza neanche una possibile stima delle riduzioni di PM10 che il provvedimento porterebbe con le rispettive limitazioni. E, ancora, senza la possibilità di stima di incidenza sui valori medi e giornalieri delle concentrazioni di PM10.

Si ritiene perciò che il presupposto fondamentale ed indispensabile per un provvedimento realmente efficace debba per forza essere quello di contestualizzare in maniera precisa il quadro delle emissioni attualemtne in essere nel territorio comunale.

A tal proposito, si vuole evidenziare che non appaiono riportati, né nella delibera regionale 1775/2010 né nell’Accordo di Programma sottoscritto il 18 Novembre 2010, i riferimenti tecnico-scientifici necessari per soddisfare il presupposto indispensabile di cui sopra.

Si vuole inoltre porre alla attenzione delle SS.VV. su alcuni elementi di forti dubbi e di criticità.

Per quanto riguarda le emissioni degli impianti industriali, di sicura forte rilevanza nel quadro totale delle emissioni cittadine (è la “somma” delle fonti che dà il totale!!!) è noto che per alcuni di essi non esistono neanche dati certi, fattivamente verificati ed univoci delle quantità di polveri emesse. Come si può quindi proporre provvedimenti “sedicenti” anti smog se mancano queste informazioni? Come si fa a sottoscrivere ed a proporre un provvedimento regionale in cui è scritto "le fonti industriali dovranno ridurre del 10% l'emissione di polveri" quando non si conoscono realmente queste emissioni? Il 10% di 0, di 10, di 100 o di 1000? O di nessuno di questi numeri? Come si fa a garantire quindi che il provvedimento abbia dei presupposti di efficacia, prendendosi la responsabilità quindi della sua adozione?

E aggiungiamo: come fa la Massima Autorità Sanitaria Cittadina, cioè il Sindaco, a tutelare la Salute dei cittadini se non conosce nel dettaglio le fonti di inquinamento nella Vallesina e nella fattispecie a Jesi?

Per quello che riguarda le emissioni da traffico cittadino, e le relative restrizioni agli autoveicoli e veicoli commerciali diesel Euro 0,1,2 si vuole evidenziare che non risultano riportati nella delibera Regionale e nell'Accordo di Programma Regione/ANCI numeri chiari, verificati, univoci, dettagliati e, soprattutto, contestualizzati a Jesi, relativi alla reale situazione delle emissioni di traffico nè, quindi, su quanto effettivamente e concretamente inciderà il provvedimento stesso sulla riduzione delle emissioni totali di polveri. E, di conseguenza, non è assolutamente chiaro quanto tale provvedimento inciderà sui valori medi e giornalieri.

E' possibile stimare che le auto diesel Euro 0,1,2 a Jesi siano circa il 6-8% del parco macchine complessivo (circa 1550/2067 su 25.842 auto totali). Questo numero fa già intuire una possibile inefficacia del provvedimento così come proposto.

Ad esso, aggiungiamo che nella delibera nulla si dice sulla realtà dei flussi di traffico a Jesi!!!.

Quanti km fanno mediamente le Euro 0 a Jesi? Quanto le Euro 1 e quanto le Euro 2?

A titolo di esempio, si pensi ad una ipotetica Euro 0 potenzialmente più inquinante di una Euro 4. Ma se l'Euro 4 viene utilizzata tutti i giorni per andare a lavorare, e l'Euro 0 solo la domenica per pochi km, sarebbe più inquinante l'Euro 4. Ecco perché un provvedimento serio, deve premettere questo tipo di dati con le stime attendibili e delle motivazioni che portano all'utilizzo dell'auto (lavoro, shopping, orari, tragitti) altrimenti si perdono i presupposti di efficacia del provvedimento stesso.

Solo con i dati precisi delle emissioni totali, si può stimare la reale portata dell'inquinamento in città. Dopo di che, si può decidere di tagliarne il 10, il 20, il 30 o il 5 %, a seconda di quanto realmente serve, e stabilire, con i dati chiari, come distribuire in maniera EQUA il peso del provvedimento. Ovviamente, utilizzando un percorso realmente partecipato e condiviso con la città, con Forum, Consigli Comunali aperti ed altri strumenti previsti anche dai Regolamenti Comunali, a garanzia della reale equità delle azioni da intraprendere. UN percorso che ha senso solo se viene fatto prima di adottare qualsiasi provvedimento od ordinanza.

Nel provvedimento di cui si parla in questi giorni, invece, non esiste una dimostrazione di efficacia e di equità con i presupposti suddetti, in quanto si parla di un taglio ai veicoli delle persone più disagiate e delle aziende piccole che non hanno i soldi per rinnovare il parco veicoli.

Il rischio evidente, quindi, appare quello di un provvedimento inutile dal punto di vista quantitativo nella entità dell’abbattimento delle PM10, ma assai impattante dal punto di vista socio-economico, dato che va ad aggravare categorie di cittadini e di imprese già a deboli e disagiate, collocate per altro maggiormente in zone della città già fortemente provate.

Si ricorda che: 1) la delibera di Giunta Regionale 1775/2010 non prevede (ovviamente) sanzioni ai Comuni derivanti dal motivato rinvio dell’adozione del provvedimento; 2) al contrario, le sanzioni scatterebbero in caso di INEFFICACIA del provvedimento stesso, essendo previste dalla UE per il superamento dei Limiti di legge delle PM10, con conseguente ingiusto danno erariale a carico di cittadini e imprese; 3) altresì, in caso di provvedimento non equo, si verificherebbe un altrettanto possibile danno ingiusto o pregiudizio a carico cittadini ed imprese.

Pertanto si invitano le SS.VV. a non procedere con l’emanazione dell’Ordinanza che attui il provvedimento regionale di cui alla delibera 1775/2010 in assenza dei menzionati studi, indagini ed analisi del problema che consentano di garantire al provvedimento efficacia ed equità.



Massimo Gianangeli





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