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Rocconi: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano

vescovo Gerardo Rocconi 5' di lettura 19/02/2011 -

Mons. Gerardo Rocconi commenta il Vangelo di domenica 20 febbraio.



Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore


“….MA IO VI DICO….”
Come è accaduto nel brano evangelico di domenica scorsa, anche oggi Gesù, ricordando la legge antica, ripete: Ma io vi dico... Cosa fa Gesù? Cambia la legge? No, la porta a perfezione e ci fa capire in che modo la completa, allorché al termine del brano dice: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Questa affermazione è la chiave di lettura di tutto il discorso. In realtà la legge che Gesù propone è semplicemente imitazione di quanto Dio fa, è essere come Dio.

SANTI AD IMITAZIONE DEL PADRE CELESTE
Già fin dall’antichità Dio aveva chiesta di essere imitato, dicendo: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo (Lev 19,1).Ora Gesù ripropone il discorso: infatti oggi dona il suo Spirito mediante il quale si ha la capacità di poter imitare il Padre del cielo. Entriamo allora nell’insegnamento di oggi.

La legge antica diceva: Occhio per occhio e dente per dente. In realtà è la limitazione della vendetta selvaggia, della giustizia del più forte, è il ristabilimento di una certa parità. Ma Gesù dice che ora si deve guardare come agisce Dio il quale ha donato il suo Figlio e ci chiede di guardare la croce. Cosa ne consegue? La regola per vincere il male è opporsi al male, non al malvagio. Il malvagio va amato con più cuore, perché è un fratello più bisognoso, moralmente malato. Ecco perché Gesù ama i peccatori e li cerca: li ama perché odia il peccato e conosce il suo potere distruttivo.

Con gli esempi che si succedono Gesù insegna a portare i pesi gli uni degli altri, insegna a saper rinunciare ai propri diritti se questo servisse per scardinare il male. Gesù vuole impostare le relazioni fra gli uomini sulla gratuità, sul dono di se stessi, sul dare generoso.

La legge antica diceva ancora. Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Veramente non troviamo nella bibbia un versetto che imponga l’odio al nemico, ma di fatto era così. In ogni caso l’amore è comandato. Infatti l’amore non è sempre così spontaneo. L’egoismo è sicuramente più spontaneo dell’amore.

Questo ci fa capire come l’amore non è semplicemente un sentimento e tanto meno una emozione. L’amore è un fatto di scelte. Ora Gesù chiede di guardare l’agire del Padre per cui offre il suo insegnamento e dice: Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. I nemici ci sono, bisogna prenderne atto. Ma la sublimità del Cristianesimo è qui: ci si chiede di amarli. Dio infatti non ha nemici, per lui tutti sono figli, che per noi sono fratelli. E non sono comandi impossibili, questi: abbiamo capito il perché. Ci viene donato lo Spirito che trasforma e rinnova il cuore. Il cristiano sa distinguere tra bene male, fra verità e errore, ma ama tutti. E per chi ha più bisogno il fedele prega. Proprio perché facendo il male, il nemico è irretito dal male e quindi malato, per lui bisogna pregare di più, come del resto ha fatto Gesù.

E continua Gesù: Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? Si mette in risalto la gratuità dell’amore. Di fronte alla nostra piccineria che cerca la gratitudine, il riconoscimento, Gesù sottolinea la gratuità. Soltanto nella gratuità si può testimoniare l’opera della grazia che dà la capacità di vivere come il Padre.

CRESCERE NELLA FEDELTA’
Certo, sono parole molto impegnative. A volte proprio non ci si riesce a viverle. Ma non perdiamo mai di vista la motivazione che Gesù porta e che ci deve sempre accompagnare: Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. E’ al confronto con questo principio che di scelta in scelta noi cammineremo secondo l’insegnamento di Gesù. E in questo insegnamento, con la grazia di Dio, si cresce, per cui quello che non era né richiesto, nè possibile ieri, lo è invece oggi e domani sarà richiesta e si avrà la grazia per una conformazione più grande e più bella all’amore di Dio.






Questo è un editoriale pubblicato il 19-02-2011 alle 16:24 sul giornale del 21 febbraio 2011 - 1797 letture

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