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Amministrative 2012: Magagnini (Jesiamo), cambiare per tornare a “contare”

Mauro Magagnini 4' di lettura 13/04/2012 - E' noto a tutti gli jesini come negli ultimi anni da più parti, più o meno impegnate politicamente, si sia evidenziato come la città di Jesi stesse facendo passi indietro nella sua efficienza di città industriale e d'arte; quasi abbandonata nel degrado del patrimonio pubblico e non più all'avanguardia nel tessuto provinciale e regionale come nel passato; passi indietro ben evidenti soprattutto nel ruolo naturale di città capofila della Vallesina e perno del tessuto provinciale.

In sostanza come suol dirsi Jesi non ha “contato” più quasi niente nelle strategie e nelle grandi scelte provinciali e regionali degli ultimi anni.

Di chi la colpa?

Ritengo innanzitutto della classe politica di sinistra, è questa che guida Jesi da oltre trenta anni, sempre meno lungimirante, sempre più interessata all'immediato, all'immagine personale e non allo sviluppo futuro, sempre più priva di cultura manageriale e di spessore tale da garantire e conservare il ruolo e l'immagine della città conquistati negli anni dell'immediato dopoguerra.

Per meglio chiarire, venti-trenta anni fa si accusava Jesi (da parte delle altre realtà provinciali) di occupare troppo spazio nelle scelte e nei ruoli di direttiva provinciale; oggi è l'opposto e Jesi non ha più un ruolo determinante e significativo nel tessuto provinciale (leggi assessore provinciale e regionale e rappresentante al Parlamento).

Ovviamente l'opposizione di centrodestra non è meno colpevole perché non ha mai espresso un leader e una classe politica all'altezza del ruolo, non ha mai presentato tematiche e prospettive degne di riflessione al di là dell'opposizione di routine spesso fine a sé stessa.

Vi è stata sempre un'opposizione anonima e non sufficientemente conscia dei problemi della città.

Da qualche parte in questa campagna elettorale appena iniziata, quasi in una sordina voluta dalle forze politiche al potere – si imputa il declino della città alla mancanza di un leader industriale capace di “prendere per mano” la città e darle un ruolo di immagine e importanza sotto la sua luce di grande immagine; se con questa analisi si fa riferimento a Fabriano e al gruppo Merloni ciò potrebbe essere valido nella prevaricazione del rispetto dei ruoli delle varie aree (leggi area vasta Asur) non lo è certamente nell'aspetto economico e dello sviluppo della città se ci si rapporta a come quegli industriali di riferimento abbiano ridotto la loro città, molto più in crisi del restante territorio marchigiano; quell'ipotesi di mancanza di “guida industriale” non regge assolutamente e sarebbe stata quindi negativa.

Ritengo invece che l'essere la classe industriale e artigianale rimasta al di fuori delle diatribe politiche sia stato positivo ovviamente al di là e prima della gravissima crisi economica che ha investito la nostra città.

Quanto sopra considerato, ritengo con obbiettività e senza considerazioni di parte, che il ruolo della città di Jesi anche al di fuori del suo ambito imponga, ora che si sta tornando a votare per il suo governo, alcune ulteriori riflessioni.

Trent'anni al potere di una stessa forza politica o di uno stesso schieramento politico crea a mio giudizio situazioni di “incrostazioni”negative, impossibilità di autonome nuove scelte di cambiamento per invertire la rotta del declino della città.

Cambiamenti, nuove scelte strategiche dettate dai tempi e dalla nuova situazione economica sono in questa situazione impossibili per reciproci veti, per la presenza delle stesse persone ormai prive di fantasia politica e progettuale e interessate a gestire il proprio orticello di consensi; l'alternanza politica è stata sempre una forza della democrazia, una necessità per lo sviluppo e l'innovazione.

Bisogna quindi cambiare questo lo slogan che si è sempre più evidenziato nel pensiero nell'opinione degli jesini; questo ha spinto tanti, il sottoscritto compreso, ad aderire a liste civiche per il governo della città, rifiutando la logica dei partiti tradizionali.

Che potessero sorgere diverse liste civiche a Jesi alcuni anni fa era impensabile; ora sulla spinta di quelle voci di opinione che richiedono il cambiamento ne sono sorte più di una – più o meno valide – con l'obiettivo di guidare la città attraverso un profondo cambiamento.

Anche il sottoscritto, che ha abbandonato la politica venti anni fa, già allora i partiti non mi piacevano più, ha inteso ora, spinto dall'amore per la sua città impegnarsi di nuovo per il suo rilancio; rilancio affrontando con spirito e vedute nuove ma non senza esperienza i grandi problemi sul tappeto a breve e medio termine per la città; il traguardo più immediato sarà far tornare Jesi a “contare”.

Nella lista JesiAmo con Bacci candidato sindaco mi è sembrato di vedere la possibilità di realizzare questo mio sogno di una città migliore e degna del suo passato.


   

da Magagnini Ing. Mauro
candidato per Jesiamo





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 13-04-2012 alle 22:54 sul giornale del 14 aprile 2012 - 720 letture

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