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Visitare dieci musei in un pomeriggio: si potrà farlo domenica alla Fondazione Federico II

Il manifesto 4' di lettura 31/08/2012 - Quando si entra al Louvre o al Prado non ci si può stupire se si viene colpiti dalla sindrome di Stendhal di fronte ad opere che sono diventati simboli nell’immaginario collettivo e ad autori che giganteggiano nella storia dell’arte. Del tutto diverse le sensazioni che scaturiscono da un percorso museale che focalizza l’attenzione su piccoli allestimenti dell’unica Regione italiana al Plurale. Un plurale che si estrinseca in valori ambientali - mare, pianura, collina - e culturali: stratificazione storica, collegamento alle proprie radici.

Vi è ormai piena consapevolezza che la valorizzazione della specificità del territorio e di quanto essa riesce a esprimere è una “fiche” da giocare sul tavolo da gioco della crisi. La Fondazione Federico II con l’iniziativa di domenica 2 settembre presso la propria sede in Piazza Federico II, dalle ore 17 alle 22, persevera nel raccogliere questa sfida. Sfida iniziata l’8 gennaio col rendere visibile il messaggio contenuto nella guida turistica “Visitare, conoscere, vivere Jesi e la Vallesina” (di Francesco Formiconi ed Emanuele Ramini, apparato fotografico di Francesco Silvi), con la piena evidenza dei paesi che si incastonano come pietre di gioielli sulle rive destra e sinistra del fiume che dà il nome alla Valle: l’Esino. “Marche Museo diffuso”, riprendendo un felice slogan che promuoveva nel “ormai lontano” 1998 degli itinerari studiati sulle eccellenze del territorio (allora, l’archeologia picena e romana, il gotico, Crivelli e Lotto, le natività presepistiche).Così sarà una piacevole (e forse sorprendente) scoperta venire a conoscenza di ben dieci realtà museali attraverso documenti e foto (realizzate appositamente da Francesco Silvi). Della leggiadria architettonica di Villa Coppetti a Castelbellino e del suo fervore culturale che la vede importante depositaria della storia garibaldina. Di un personaggio importante in ambito musicale europeo come Gaspare Spontini che ha fatto di Maiolati la sede della sua ultima dimora. Del grande protagonista della cultura enogastronomica, il vino, fiore all’occhiello dell’economia di settore, con la sua strumentazione organicamente ricostruita a Staffolo, con le etichette che lo identificano a Cupramontana. La peculiarità di un allestimento che, partendo da San Rufo, protettore dei portalettere, patrono di Belvedere Ostrense, ha voluto ricostruire e mostrare i vari sistemi postali nel mondo. L’altrettanto peculiare il Museo della Mail Art di Montecarotto, ispirato al concetto di scambio, realizzato per mezzo della veicolazione delle espressione artistica attraverso il servizio postale. La fondamentale riscoperta delle origini nella raccolta di oggetti di lavoro tradizionali della civiltà contadina a Morro d’Alba, specchio di uno stile di vita e di un’autosufficienza che la civiltà tecnologica ci ha fatto dimenticare. Omaggio all’ingegno italiano ad opera di un appassionato collezionista, Giuseppe Renzini che a San Marcello ricostruisce la storia e lo sviluppo della telefonia. La suggestiva immersione nelle atmosfere che scaturiscono dal lavoro e dalla preghiera di una comunità che ha scelto di vivere in clausura nel “Museo delle Arti Monastiche, “Le stanze del tempo sospeso” di Serra de’ Conti. La preziosità di una collezione cartografica nella cartoteca storica delle Marche a Serra San Quirico, che attraverso 150 carte storiche del territorio marchigiano ne permette la riappropriazione attraverso uno strumento che gestisce uno degli elementi più importanti del cammino dell’uomo, insieme al tempo: lo spazio. E, al primo piano di Palazzo Balleani, sede della Fondazione, i modellini della civiltà contadina di Alvaro Spugni, conservati a Mergo. Al tutto va collegato il valore aggiunto dello stimolo alla scoperta di quei valori storico-ambientali di cui ciascuna cittadina è portatrice. Turismo e cultura, l’oro nero da sfruttare.

In conferenza stampa l'Assessore alla cultura, Luca Butini, il Presidente della Fondazione Federico II, Fabio Costantini, e la Direttrice del Centro Studi, Dr.ssa Franca Tacconi, hanno da un lato illustrato l'importanza di agevolare la visibilità di alcuni musei, che, pur rivelandosi particolarmente interessanti e curiosi, non hanno la forza di raggiungere un pubblico vasto per la scarsità di mezzi e risorse, rimanendo semisconosciuti, dall'altro hanno spiegato come ciò rientri nei ruoli istituzionali della Fondazione che nel proprio statuto riporta fra gli scopi "il miglioramento e l’incremento di flussi culturali, turistici ed economici". E' così che domenica sarà possibile, in una giornata "visitare" ben dieci musei: il Museo di Villa Coppetti di Castelbellino, il Museo Gaspare Spontini di Maiolati Spontini, il Museo dell'arte del vino di Staffolo, il Museo internazionale dell'etichetta del vino di Cupramontana, il Museo internazionale dell'immagine postale di Belvedere Ostrense, il Museo Mail Art di Montecarotto, il Museo della cultura mezzadrile Utensilia di Morro d'Alba, il Museo del telefono di San Marcello, il Museo delle arti monastiche di Serra de' Conti, la Cartoteca storica delle Marche di Serra San Quirico.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 31-08-2012 alle 22:24 sul giornale del 01 settembre 2012 - 1132 letture

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