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Lettere: Focante, “Il Commercio che mangia se stesso”

Lettere 2' di lettura 27/09/2012 - Altri tre megastore a Jesi e nella Vallesina, questa è la riconversione produttiva-economica, voluta da potenti investitori e silenti politici. Dietro c'è la questione occupazione, la cui certezza di risoluzione si dà per scontata e la continuità della cassa integrazione, problema a cui certamente va data soluzione.

"Riconvertiamo l'economia", all'occorrenza i politici dicono anche questo, per poi avallare piani di grande distribuzione in un territorio già saturo e con sempre meno soldi in tasca, una scelta in contraddizione reale,dal risvolto occupazionale sempre più precario ed incerto, qualora non fosse deficitario.
Non c'è speranza per la benedetta green-economy, il manifatturiero, l'agricoltura locale, l'artigianato, le tipicità, l'esposizione, la promozione, la creazione artistica e culturale ecc...., tutti potenziali fattori di sviluppo economico-occupazionale, capaci di far crescere l'inventiva privata e di gruppo.
Si punta al Contante e subito,, una guerra interna al commercio; "pesce grosso, mangia pesce piccolo". La città gradualmente cambierà volto e costumi ed i politici continueranno ha battersi con le loro parole, per rendere Jesi, il suo centro storico e l'intero interland, appetibile, vivibile, turisticamente attraente ecc.....peccato che tutti saremo al megastore nel tentativo di spendere al meglio quei pochi soldi che abbiamo. Se poi questi soldi sono veramente pochi (e lasciamo dirlo ai GIOVANI), il sistema ricorrerà a forme di alchimia contrattuale (già praticate), avvilenti ed offensive. Nel frattempo chi ha dovuto chiudere, ha chiuso, concreto rischio per molti piccoli imprenditori ed ulteriore colpo inferto al tessuto sociale ed economico su cui poggiano i piccoli centri limitrofi.
Questo cambiamento il cittadino lo vuole o lo subisce?
L'economia dal risvolto sociale neanche viene presa in considerazione, si dice non faccia parte del d.n.a. imprenditoriale, ma è componente essenziale della politica.
Certamente incidere su scelte di questo tipo non è semplice, però non una sola reale e concreta proposta alternativa è giunta dall'alta politica, intendo regionale, priva nel caso di progettualità e relegata a ruolo passivo. Non è pensabile che, un'amministrazione cittadina riesca da sola a fornire concrete alternative.
C'è bisogno di una chiara progettualità in cui credere, difficile e complessa ma lungimirante, questo compito, è della politica.Una progettualità a cui farà seguito investimenti e per questo tutti sappiamo, i soldi alla politica non mancano. Tanti soldi, tutti nostri, da recuparare al mondo politico e pronti a finanziare progetti occupazionali e di sviluppo reale ed alternativo al megastore.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-09-2012 alle 20:54 sul giornale del 28 settembre 2012 - 1127 letture

In questo articolo si parla di attualità, lettere al giornale

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