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Rocconi: il Vangelo di domenica 17 marzo

4' di lettura 1571

Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Parola del Signore

IL PECCATO SEMPRE PRESENTE: E GESU’?

Il Vangelo di oggi ci racconta che conducono da Gesù una donna colta in flagrante adulterio. La legge diceva: “Quando un uomo verrà colto in fallo con una donna maritata, tutti e due dovranno morire” . In realtà il motivo vero per cui quella donna è stata portata da Gesù non è l’osservanza della legge o la condanna da infliggerle: quelle persone vogliono mettere alla prova Gesù, vogliono avere un motivo per condannarlo. La donna è semplicemente una pedina utile per mettere Gesù in scacco. Ecco allora che la donna viene posta in mezzo, e viene esposto di fronte a Gesù il capo di accusa: “Maestro, questa donna è adultera. Merita la morte. Tu che ne dici?”

Se Gesù dirà che è rea di morte, mancherà di mansuetudine e misericordia; se dirà che non bisogna infierire, mancherà di giustizia. In concreto sarà costretto a rinnegare o la misericordia o la giustizia. Nel primo caso rinnegherà se stesso e il suo messaggio, alleandosi con i farisei; nel secondo caso si opporrà alla legge e lo si potrà accusare come trasgressore.

UN INVITO A GUARDARE SE’ STESSI

Di fronte alla richiesta Gesù si mette a scrivere per terra. E’ un invito alla riflessione. Possiamo immaginare quella gente che si tende per cercare di capire cosa Gesù scrive, per guardare i movimenti del suo dito. E per un attimo lo sguardo è distolto dalla donna. Quegli uomini hanno dovuto chiedersi: “Cosa sta scrivendo?”, cercando di dare una interpretazione. E in questa ricerca di una risposta forse qualcuno ha cominciato a guardarsi dentro, a far sbollire la rabbia, a calmare le motivazioni sbagliate che lo guidavano, ad ascoltare la propria coscienza. Cosicché la risposta che Gesù stava per dare ha potuto trovare un terreno meno malvagio. E la risposta finalmente arriva: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». Gesù non difende la donna, non dice che è innocente, ma pone la questione su un altro piano. Bisogna imparare a guardarsi dentro, fa capire Gesù, e rendersi conto che ogni uomo ha in realtà bisogno di misericordia. E già: non basta uccidere un colpevole per sentirsi o diventare innocenti. E quando si comincia a giudicare se stessi, si smette di giudicare gli altri.

LA MISERICORDIA SORGENTE DI CONVERSIONE

Gesù non ha intenzione di scagliare pietre: non sulla donna, ma nemmeno sugli accusatori che ormai hanno preso coscienza delle loro colpe. Ecco che sta emergendo quindi la rivelazione che Gesù fa di se stesso: “Imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. E quegli scribi e farisei se ne vanno, alcuni contrariati, aspettando la rivincita, altri forse pensosi chiedendosi chi fosse veramente Gesù e ringraziando Dio per essere stati liberati dal rischio di commettere un omicidio.

Ed ecco rimane solo Gesù con la donna la in mezzo. Ma in mezzo a che cosa, visto che non c’è più il cerchio degli accusatori? Quella donna di fronte a Gesù è nel mezzo della misericordia, sta sperimentando la sovrabbondante misericordia divina e tutto l’amore di Gesù. Gesù assolve e slega il peccatore pentito, perché lo ama ed è misericordioso come il Padre. E comincia un dialogo fra Gesù e la donna: “Nessuno ti ha condannata e neppure io ti condanno”. Ma Gesù non minimizza il peccato, per cui aggiunge subito: “Va’ e d’ora in poi non peccare più”. L’incontro con la misericordia rende nuova la donna, la rende capace di camminare nella luce e nella gioia.



da Mons. Gerardo Rocconi
Vescovo di Jesi - dongerardorocconi@alice.it





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