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L’educazione alimentare passa attraverso le emozioni ed il piacere

4' di lettura 13/05/2013 - Con piacere ho letto, ed ora commento con voi, questo recente articolo pubblicato su wisesociety. Ho trovato – meglio Ritrovato - tanti concetti ed idee simili a ciò che durante il mio cammino formativo ho sentito sapientemente dispensare dalla Prof. Giovanna Curatola e che goffamente (!!!) in questi anni ho sempre cercato di personalizzare durante le mie chiacchierate.

Sto parlando dell’atto alimentare intenso come qualcosa di molto più complesso ed articolato che una semplice introduzione di cibo in risposta ad un fabbisogno fisiologico, meglio noto come FAME. Se ci fermassimo a ciò l’atto alimentare sarebbe simile a quello dell’animale, in realtà c’è molto di più!

L’essere umano – nella sua diversità di genere e non di sesso (ci ritorneremo su questa differenza!) – mangia anche in risposta:

  • alle abitudini (pur non avendo fame… è l’ora di pranzo)
  • alle influenze sensoriali (pur sazio …. sento l’odore di pizza)
  • alle influenze psicologiche (sono nervoso, sono felice… mangio)
  • alle influenze sociali (al self-service il collega con il vassoio colmo… anche io!)

Sulla base di queste osservazioni e secondo quanto indicato unanimamente dalla comunità scientifica è evidente che qualsiasi programma di educazione alimentare non può basarsi solo sul voler spiegare cosa sono i grassi, le proteine, vitamine ed altro come una lezione di geografia o di matematica.

Eppure fino ad ora buona parte dei professioni hanno promosso sapienti ed articolati progetti di educazione alimentare basandosi solo ed esclusivamente su tale modus operandi e …. a mio modo di vedere, i frutti li vediamo leggendo i dati di sovrappeso/obesità della popolazione italiana e soprattutto di quella pediatrica!

Finalmente qualcosa di stuzzicante emerge proprio dall’articolo, spunto di queste considerazioni. Insegnare ai bambini a mangiare bene attraverso l’esperienza del cibo: cibo come piacere – cibo come emozioni.

Sicuramente avrete sperimentato che … chiedendo ad un bambino quali siano i cibi che fanno bene, questo vi abbia risposto “frutta e verdura”. Quando poi gli avete proposto di scegliere una merenda, lo stesso vi abbia chiesto una merendina oppure le patatine… non certo fragole!

Nessun sconforto … significa che il ragazzino ha imparato la lezione ma non l’ha fatta sua ed ecco il fallimento dei nostri stupendi progetti di educazione alimentare.

Food&School, un’associazione di professionisti, esce con una proposta diversa; cioè vogliono insegnare ai bambini l’alimentazione corretta e sana non con stereotipi e preconcetti (ad esempio cibi buoni e cibi cattivi) quanto piuttosto come una esperienza emozionale che da piacevolezza, consapevolezza e che fa stare bene.

Giorgio Donegani, nutrizionista e tecnologo alimentare, direttore scientifico di Food&School dice: …. se dai a tuo figlio la mela per merenda, durante la ricreazione andrà a mendicare le merendine dai compagni e si sentirà uno “sfigato”. Se invece parti dall’esperienza creerai curiosità, interesse e tutti si sentiranno liberi di esprimersi.

Facilmente comprensibile perché quasi tutti abbiamo detto ai nostri figli: “non mangiare l’ovetto di cioccolato che ti fa male”…. consapevolmente bugiardi!

Noi stessi e nostro figlio sappiamo benissimo in cuor nostro che dopo averlo mangiato si sta così bene da prenderne un secondo senza che ci succeda nulla.

Esperienza invece ben diversa è quella di provare a chiedere ai bambini che cibo vorresti essere. Ecco qualche simpatica quanto significativa risposta.

Molti rispondono “la pasta, perché quando la mangiamo sto bene”; oppure “la pizza, perché piace a tutti”…..

Un ragazzino rumeno ha indicato una specie di rapa “per farla conoscere ai miei amici italiani”…. un altro ha parlato del pane con il lampredotto: “perché quando siamo in Toscana, vado a mangiarlo con papà e con lui sto sempre bene”. Ecco cosa significa cibo … sentimenti, ricordi, aspettative.

Queste sono le differenze nel fare un’educazione alimentare che passa non per il nozionismo ma per l’esperienza. Dunque questa volta nessun nocciolino quanto piuttosto un sentito “in bocca al lupo” per il futuro a Food&School e buona riflessione a tutti coloro che, a vario titolo, operano in questo settore!








Questo è un articolo pubblicato il 13-05-2013 alle 08:27 sul giornale del 14 maggio 2013 - 9538 letture

In questo articolo si parla di attualità, letizia saturni

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