Residenti del Prato: esiste un piano del verde pubblico a cui i cittadini possano partecipare?

Siamo ancora sconcertati e indignati dalla potatura selvaggia del giardino della Stazione compiuta dalle Ferrovie dello Stato con il consenso del Comune, che ne ha la gestione.
Si dice che le Ferrovie lo abbiano fatto per mantenere i limiti di sicurezza dalla linea ma il taglio radicale di alberi che avevano decenni di vita non ha giustificazioni. Nonostante il giardino sia diventato, negli ultimi tempi, una latrina a cielo aperto o un luogo dove praticare la prostituzione (azioni che i residenti stanno subendo da lungo tempo e che andrebbero fermamente sanzionate) in tal modo gli hanno tolto quella che per noi deve essere la sua funzione principale e cioè uno spazio da far frequentare ai bambini con i genitori, ai giovani e agli anziani che cercano di garantirne la sicurezza e preservarne l’integrità. Il giardino è andato in degrado a causa di una scarsissima manutenzione che l’ha reso non più fruibile e tale rimarrà se non verrà riqualificato.
Per l’argomento potatura degli alberi di Viale Trieste, vogliamo sottolineare che abbiamo accolto positivamente il fatto che sia stata fatta, in quanto anche noi l’avevamo più volte richiesta, ma abbiamo trovato discutibile la modalità con cui si è proceduto. Qualche giorno fa, stavamo discutendo proprio del verde pubblico con un progettista e tecnico di parchi e giardini che conosce bene la situazione di Jesi, quando un ramo vicino a noi è caduto a terra improvvisamente (vedere foto in basso). Nei giorni passati inoltre, a causa del vento, praticamente in ogni pianta si sono spezzati rami e molti sono caduti a terra (vedere foto in basso).
Dicono che i tigli possano vivere 200 anni se lasciati liberi di espandersi. I nostri sono già compromessi a causa di una potatura (capitozzatura) praticata per decenni, che richiede costosi interventi ogni 2/3 anni, aumentando così il rischio di funghi all’interno delle cavità che si vengono a creare e che non si rimarginano portando a una morte lenta delle piante.
Noi cittadini vorremmo avere piante sane e non sofferenti; piante che assorbano anidride carbonica e diano ossigeno a un quartiere già fortemente vittima dell’inquinamento; piante che ombreggino, e che siano belle.
Ci chiediamo, dunque: esiste un piano a lungo termine per la manutenzione del verde pubblico? Chi lo ha predisposto? C'è spazio per la partecipazione attiva dei cittadini nella creazione e poi nella realizzazione dello stesso?

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-05-2013 alle 08:07 sul giornale del 30 maggio 2013 - 1971 letture
In questo articolo si parla di attualità, jesi
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