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Monte San Vito: lista civica, biogas Marche, c’era una volta un ordine del giorno

Lista Civica Insieme per Monte San Vito 3' di lettura 02/08/2013 - C’era una volta un ordine del giorno, discusso a Monte San Vito e bocciato dalla maggioranza (Pd, Idv, Psi, Mre). Redatto dalla lista civica “Insieme per Monte San Vito”, parlava urgentemente di centrali a biogas e censurava l’operato della Regione Marche.

Perché? Perché Spacca e colleghi, sulla base di una legge in odore di incostituzionalità, volevano a tutti i costi decine di centrali, autorizzate magnificamente in allegria e poi sparse a casaccio sul territorio. L’ordine del giorno diceva: “un momento, che succede? Fermiamo questo scempio e facciamo una moratoria. Diciamo a Spacca di sospendere tutto, aspettiamo il pronunciamento della Consulta, vediamo se la Legge Regionale 3 del 2012, come da fondati sospetti, è in contrasto oppure no con le direttive comunitarie”. Ma la maggioranza: “approvare quest’ordine del giorno sarebbe una cosa più fumosa che altro, in fin dei conti possiamo ben sperare, c’è una proposta di legge regionale promossa da alcuni Consiglieri! Lì si chiederà che la Giunta Regionale stabilisca le zone inadatte alla collocazione degli impianti, per accordare poi le autorizzazioni possibili”.

Gli estensori dell’ordine del giorno seguitavano però ad occuparsi del problema, convinti più che mai che si dovesse rispondere ancora a tante domande: il dibattito sulle zone inadatte agli impianti sarebbe stato sufficiente? Quand’anche definite queste zone (con l’impegno futuro di concedere le autorizzazioni soltanto in aree idonee), che cosa si sarebbe fatto con le autorizzazioni già rilasciate? Sarebbe stato giusto procedere comunque e dare un seguito alle centrali “facili”, a quelle autorizzate col favore di una legge a dir poco traballante, sottratte alla procedura per la valutazione di impatto ambientale (VIA)? Era o non era da stigmatizzare il comportamento della Giunta Regionale, sorda ad ogni appello dei comitati, “dimentica” delle stesse deliberazioni dell’Assemblea Legislativa, incurante delle diffide depositate dai cittadini, disinteressata ad ogni provvedimento in autotutela, vedi la revoca o la sospensione delle autorizzazioni già concesse?

Il comportamento inqualificabile della Regione appariva evidente agli estensori.

Gli interrogativi finivano però tutti inascoltati, e la proposta per la moratoria veniva respinta, col voto contrario dei consiglieri di maggioranza. D’altro canto l’ordine del giorno, mannaggia a lui, brillava già di poca fortuna: per volere del Sindaco Pd, infatti, arrivava in Consiglio Comunale a distanza di un mese e mezzo dalla presentazione, evidentemente perché si valutava di poterlo trattare a tempo e comodo. Già lì, si capirà, le speranze di una condanna unanime nei confronti di Spacca & Co venivano a dir poco offuscate.

Poi passava del tempo, all’incirca un anno. Passava “veloce” sino ad arrivare ad oggi:
con sentenza 93/2013, la Consulta ha dichiarato incostituzionale la parte della Legge Regionale 3/2012 sull’assoggettamento delle centrali alle procedure di VIA, confermando le preoccupazioni espresse ab illo tempore nello sventurato ordine del giorno. Lì ci si chiedeva che cosa stesse accadendo alle porte del nostro territorio, con due centrali all’epoca già autorizzate (Camerata Picena e Castelbellino), più una centrale in fase di autorizzazione (Monsano) e un’altra ancora in fase di progetto (Jesi), sempre in assenza di un quadro normativo finalmente ad hoc.

Vogliamo unirci ai comitati e più in generale a chiunque senta per davvero l’argomento: Spacca dia finalmente conto di quanto fatto e perché, si cancelli fino in fondo quel che è nato nell’illegittimità.

Viva “gratitudine” alla maggioranza di Monte San Vito.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 02-08-2013 alle 18:50 sul giornale del 03 agosto 2013 - 1491 letture

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