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'Minchia signor tenente!', in memoria di Giorgio Faletti

4' di lettura 09/07/2014 - Il 4 luglio 2014 il mondo piange uno dei più grandi artisti italiani, Giorgio Faletti (Asti, 25 novembre 1950 – Torino 4 luglio 2014). Scrittore, attore, cantante, paroliere, compositore, sceneggiatore, pittore, comico, e appassionato di Formula Uno.


Tutto questo è stato Giorgio Faletti nella sua vita. Una carriera iniziata da giovane e più precisamente nel 1983 nel programma Pronto Raffaella, insieme alla collega Raffaella Carrà, ma è il 1985 l’anno del suo esordio ufficiale sulla televisione, e della sua consacrazione come grande attore e comico. Il 1985 per Giorgio Faletti è l’anno del suo debutto nel programma di Antonio Ricci Drive In, nel quale c’è lo ricordiamo nelle vesti della guardia giurata Vito Catozzo, caratterizzato dalla parlata sgrammatica e da un forte accento pugliese. Dal 1985 fino ai giorni nostri per Giorgio Faletti solo grandi successi televisivi e grandi collaborazione con personaggi del calibro di Pippo Baudo e Toto Cutugno, solo per citarne alcuni.

Parallelamente alla vena televisiva in Giorgio Faletti nasce e si consolida la vena musicale come cantante e come paroliere, e nel Festival di Sanremo del 1994 si classifica al 2° posto vincendo anche il Premio della Critica, con la canzone Signor Tenente, la quale si ispira alle stragi di Capaci e Via D’Amelio, contenuta nell’album “Come un cartone animato”.

A distanza di un anno, e più precisamente nel 1995 arriva il secondo trionfo musicale di Giorgio Faletti, grazie alla vittoria del Premio Rino Gaetano per l’album “L’assurdo mestiere”. Per quanto riguarda il Faletti paroliere come non ricordare la canzone Mascalzone per Fiordaliso, la canzone Traditore per Mina, la canzone The Show Must Go On per Milva, o l’intero album “Il dito e la luna” di Angelo Branduardi, ecc. Insomma un artista con la camicia, per la musica cantata e scritta. TV, musica, e cos’altro ancora? Letteratura e Cinema, ma, andiamo con ordine.

Nel 2002 esce il thriller capolavoro di Giorgio Faletti “Io uccido”. Non starò qui ad annoiare i lettori con la trama, perché il thriller falettiano è unico e irripetibile per un motivo ben preciso, e cioè per l’utilizzo della Radio all’interno del romanzo da parte dell’assassino, il quale fino alla fine del thriller parla per mezzo di una voce non sua, elettronica. La Radio è usata dall’assassino per confessare e divulgare i suoi omicidi, quindi la Radio come divulgazione dei pensieri di morte, e confessando i suoi pensieri di morte, l’assassino ci confida la sua visione del mondo, ci fa capire la sua spiritualità, e ascoltando le sue parole capiamo che anche l’assassino ha un lato buono ed è proprio dalle parole radiofoniche che viene fuori il suo spirito gentile e cortese (come direbbero i medievisti), anzi abbiamo l’impressione che dalle parole radiofoniche prenda forma e vita un’altra persona, non oscura e con la sete di sangue omicida, ma un uomo normale con le sue gioie e le sue difficoltà etico – spirituali. In poche parole la Radio come umanizzazione e come confessione e redenzione etico – umana.

Nel 2009 esce il thriller e noir “Io sono Dio” e nel 2011 il romanzo “Tre atti e due tempi”. Due opere che perdono un po’ a differenza di “Io uccido”, ma che, insieme all’opera del 2002 sono due libri che non possono e non devono mancare nella nostra libreria personale. Concludo questo mio omaggio al maestro Giorgio Faletti, che se ne è andato in una calda e afosa giornata di luglio, ricordando la sua straordinaria interpretazione in “Notte prima degli esami” di Fausto Brizzi del 2006, in cui interpreta il professore di italiano Antonio Martinelli. Per vedere un’altra sua straordinaria interpretazione cinematografica dobbiamo aspettare il 2009 anno in cui esce il film “Baarìa” di Giuseppe Tornatore, dove Giorgio Faletti interpreta il ruolo di Corteccia.

Allora dopo queste parole una domanda è obbligatoria. Che cosa viene a mancare in Italia con la morte di Giorgio Faletti? L’umorismo pirandelliano e uno dei pochi e rari esempi di cabaret.


da Stefano Bardi
cittadino chiaravallese





Questo è un articolo pubblicato il 09-07-2014 alle 12:09 sul giornale del 10 luglio 2014 - 4770 letture

In questo articolo si parla di memoria, Stefano Bardi

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