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Tutte le Stelle della Champions: standing ovation per la Juve. Messi? gioca un altro sport

5' di lettura 07/05/2015 - Andate di semifinale di Champions appena concluse. Il calcio è questo, come canta Francesco De Gregori...'nessuno si senta escluso'. In questi primi 180 minuti infatti abbiamo vissuto tutta l'essenza che questo gioco ci può insegnare e regalare: la vittoria di squadra della Juventus, l'esaltazione di un gruppo che suda e lotta come se fosse un'esercito e 24 ore dopo invece, la luce di un singolo campione che esplode come una Supernova davanti ai nostri occhi e lascia, ancora una volta tutti increduli e senza fiato.

Ma andiamo per ordine, ed alziamoci ad applaudire la Juventus di Allegri, che davanti al primo vero ostacolo imponente della sua cavalcata europea si conferma grande, matura e di qualità. Tevez e compagni martedì si sono esaltati al cospetto dei campioni in carica del Real Madrid, con una prestazione che non fa gridare comunque al miracolo ma anzi, è nelle corde dei bianconeri che sanno ben miscelare grinta, agonismo e qualità tecniche per tutta la durata delle partite. Certo i momenti delicati ci sono stati, dopo l'uno a uno di Ronaldo la pressione dei galacticos si è fatta sentire, ma nulla che ha piegato le gambe ai bianconeri, che per cedere il passo al Bernabeu avranno bisogno di trovarsi di fronte un altro Real; quello visto a Torino è apparso sgonfio e appannato, senza un progetto di gioco e condizionato dai suoi campioni che non sono sembrati ne affiatati ne lucidi. Sicuramente una delle prove più incolori della squadra di Ancelotti da quando siede su quella panchina, ecco il punto è questo, il ritorno di mercoledì prossimo ci dirà se l'esperienza del nostro Carletto in Spagna è terminata o se la parentesi di Torino è stata appunto, solo una battuta d'arresto.

Comunque sia la forte Juve andrà a giocarsi la qualificazione a Madrid, la partita di andata ha scoperto le carte, quelle dei bianconeri sembrano buone per vincere la mano...speriamo che Ronaldo sia veramente distratto e non stia bluffando.

Nella serata di mercoledì invece è andata in archivio l'andata tra le due squadre più forti in circolazione, Barcellona e Bayern Monaco. Le chiavi di lettura erano molteplici, il ritorno del mammasantissima Guardiola al Camp Nou, la rivincita della semifinale ( aggiudicatasi nettamente dai tedeschi) di due edizioni fa, il ritrovarsi di argentini e tedeschi in campo dopo la finale del mondiale brasiliano. Le attese non sono rimaste deluse, partita spettacolare e talento che trasudava in campo in ogni dove, in certe notti non serve guardare il cielo per ammirare tanta luce.
Dell'alieno argentino parleremo a parte, ed allora lente d'ingrandimento sul vero sconfitto della serata: Guardiola. Pep è uscito con le ossa rotte dal giardino di casa sua, certo le assenze ( Robben e Ribery su tutti) peserebbero in qualsiasi squadra, ma il Bayern non ha praticamente mai tirato in porta e soltanto il solito gigantesco Neuer ha evitato un risultato ancora più marcato tra le due squadre. Troppo poco, ci saremmo comunque aspettati di più dai bavaresi che malgrado hanno vinto la sfida del possesso palla ( ed al Camp Nou per gli avversari è una notizia) non sono riusciti ad imbastire una situazione pericolosa ed anzi hanno sbandato a più riprese davanti agli acuti dei tre tenori blaugrana.

Chapeau a Luis Enrique che ha ridato ai catalani una voglia e una 'garra' che pareva oramai dimenticata e rimasta esposta accanto ai trofei portati a Barcellona negli ultimi 10 anni da un gioco divino partorito da Rijkaard, evoluto alla perfezione da Guardiola ed ora reso attuale e moderno da Luis Enrique. Meno tiki taka e più sostanza, Rakitic nel motore, la fame di Suarez e la ritrovata voglia di vittorie dei soliti noti hanno reso i catalani di nouvo perfetti.

Che dire, per fortuna ci sarà da aspettare soltanto una settimana per le partite di ritorno.

La Stella delle Stelle: Lionel Messi
Trovare aggettivi per continuare a descrivere le gesta di questo giocatore risulta ogni giorno più difficile e si rischia di cadere nel banale. Come si può però evitare il discorso? come si fa per gli appassionati di calcio non mischiare il sacro con il profano quando si parla del Dieci del Barcellona? Dall'esordio in prima squadra nel 2005 ha cambiato il calcio solo come Michael Jordan nel basket ed Eddye Merckx nel ciclismo hanno saputo fare con il loro sport. Con il passare degli anni se vogliamo, è riuscito a migliorarsi, rimanere a quel livello ( circa 60 gol a stagione, la metà dei quali almeno di fattura impensabile per gli altri calciatori) è praticamente impossibile...non per lui a quanto pare. Il terzo pallone d'oro ( meritato) di Cristiano Ronaldo e la finale persa del Mondiale 2014 sono riusciti a motivarlo ancora di più ed a renderlo cannibale in ogni match. Nela partita di mercoledì sera ha anche sfatato il tabù Neuer, forse il vero spettro personale dell'argentino. Anche il colosso tedesco si è dovuto inginocchiare stavolta, fisicamente sotto il 'cucchiaio' e metaforicamente insieme a tutti noi che da casa abbiamo sobbalzato increduli per l'ennesima esplosione della Supernova che rimane visibile sui cieli del pianeta terra da un lontano 24 giugno del 1987.
Si, mi ritengo un uomo fortunato: ho visto giocare Messi.


di Marco Strappini
redazione@viverejesi.it

 





Questo è un articolo pubblicato il 07-05-2015 alle 09:07 sul giornale del 08 maggio 2015 - 1608 letture

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