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Chiaravalle: ospedale, il comitato scrive ad autorità e sindacati 'Struttura ferma, a quando la ripresa?'

Ospedale di Chiaravalle 4' di lettura 04/09/2015 - Da lungo tempo non si hanno più notizie dell’effettivo avvio delle attività di “ripresa” dell’ospedale di Chiaravalle, così come discusse tra le parti interessate, ed in primis tra l’ASUR (Regione Marche) e l’Azienda Ospedaliera OO.RR. di Ancona, e così come concordate – a quanto se ne sa – anche per iscritto, a mezzo di Convenzioni (o “bozze” di esse), l’ultima delle quali risalente all’inizio di quest’anno.


A tutt’oggi, dopo una lunga e dolorosa battaglia legale innanzi al TAR delle Marche, dopo diverse raccolte di firme manifestazioni, e – appunto – ad onta dei succitati accordi (che, a quanto pare, avrebbero consentito di mantenere presso il Nosocomio chiaravallese quanto meno i ricoveri post-acuzie ed alcune prestazioni chirurgiche), la struttura è – nuovamente – “ferma” e rischia, la definitiva chiusura.

Tale scenario, purtroppo assai prossimo, era stato paventato – denunciato – da questo Comitato già nel ricorso innanzi al TAR Marche promosso dal Comune di Chiaravalle e nel quale lo stesso era intervenuto ad adiuvandum. In detta sede avevamo sottolineato la grave perdita per la complessiva offerta sanitaria rappresentata dall’attuazione della complessiva riforma di cui alla D.G.R. n. 735/2013, posto che l’Ospedale “Maria Montessori” serviva un bacino assai esteso (oltre 70.000 utenti) e costituiva un imprescindibile “filtro” a servizio del più grande Ospedale Regionale di Torrette di Ancona, da tempo congestionato e non più in grado di fornire servizi efficienti e rapidi, in linea con le effettive esigenze del territorio. Allo stesso modo avevano previsto che la trasformazione del Nosocomio in “casa della salute a bassa complessità”, avvenuta – peraltro – in spregio alle diverse disposizioni programmatiche di cui al Piano Sanitario Area Vasta 2 (D.G. ASUR n. 639 del 31/07/2012), avrebbe portato – di fatto – alla effettiva “soppressione” dello stesso.

Allo stesso modo, avevano “intuito” che i diversi “step” in cui era articolata tale trasformazione (e di cui, principalmente, alla nota ASUR del 31/10/2013, prot. n. 348562 e del 12/12/2013, prot. n. 372383), avviati omisso medio e senza una seria fase transitoria e di passaggio, si sarebbero bloccati all’atto dell’assunzione degli accordi con i medici di CA e di MG della Regione (accordi che, a quanto ne possiamo sapere, sono ancora lontani dall’essere definiti), nonché sul versante della determinazione delle c.d. “cure intermedie” (ovvero delle attività residuali che sarebbero state eseguite presso l’Ospedale).

Stesso scenario era stato “disegnato” per la funzionalità del Pronto Soccorso (ovvero del c.d. “Punto di Primo Intervento”), oltre che per tutta una serie di prestazioni c.d. “minori”, ma invero decisamente strategiche e fondamentale, che hanno subito gli effetti della “smantellamento generalizzato” della Struttura.

La conseguenza di tale complessivo percorso di riforma è stata – e, purtroppo, è – quella di avere determinato, ad oggi, la totale cessazione delle attività svolte con professionalità e produttività dall’Ospedale di Chiaravalle nel corso di questi ultimi anni, ovvero – e quanto meno – un significativo depotenziamento dello stesso, secondo una logica che ha proceduto ad operare una massiccia “dismissione” senza una concreta ed immediata riconversione (ad oggi, come detto più volte, ancora completamente ferma).

Ribadiamo quindi, la necessità di procedere ad una immediata riattivazione delle funzionalità dell’Ospedale, da determinare previa apertura di un tavolo di confronto tra tutte le parti pubbliche in indirizzo, i sindacati, il personale sanitario e – ovviamente – la cittadinanza e l’utenza del bacino, ivi incluso lo scrivente Comitato, sorto proprio per presidiare e preservare la fondamentale funzione dell’Ospedale di Chiaravalle e per tutelare i diritti della cittadinanza locale e dell’utenza tutta.

In tal senso, chiediamo, formalmente, di essere informati dei processi decisionali in atto e di essere coinvolti nei relativi procedimenti amministrativi, in virtù della legittimazione derivante dalla rappresentatività di interessi collettivi e dalla natura di ente esponenziale di interessi diffusi radicati sul territorio; il tutto, come affermato dal nostro Statuto associativo e come riconosciuto, seppure implicitamente, dallo stesso TAR Marche presso cui abbiamo portato le nostre istanze e richieste.

Certi di una Vostra sollecita risposta, e manifestando la più ampia disponibilità e collaborazione in tal senso, si ringrazia e si porgono distinti saluti.

Lettera firmata dal C.C.S.


   

da Comitato





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-09-2015 alle 09:24 sul giornale del 05 settembre 2015 - 1134 letture

In questo articolo si parla di attualità, chiaravalle, ospedale, Comitato Cittadino a Difesa dell’ospedale di Chiaravalle

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