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Punzo: 'Alfredo, benvenuto nel centro destra!'

Alfredo Punzo 5' di lettura 04/05/2016 - Domenica scorsa ho imparato un’altra novità sul mio conto, e l’ho appresa dalla stampa sotto forma di “rivelazione” del Presidente della Fondazione Colocci, esimio Professor Gabriele Fava, che, dopo altre uscite a mio carico a mezzo stampa, si è riferito al sottoscritto nientedimeno che come ad un ... esponente del locale centro-destra!

Per la verità, la “rivelazione” l’ho appresa indirettamente perché “allertato” in serata da un amico che, dando prova del suo usuale senso dell'umorismo, mi ha inviato uno spassosissimo SMS che inizia proprio con… il titolo di quest’articolo, informandomi del resoconto apparso su un giornale locale di un evento organizzato qualche giorno fa dal PD di Jesi, cui Fava era presente tra gli invitati insieme ad altre ‘vecchie glorie’ amministrative jesine. Lo scopo dell’evento, credo fosse (ma non ne sono certo perché non c’ero…) quello di dar vita, in vista della competizione elettorale per il rinnovo del consiglio jesino il prossimo anno, ad una sorta di laboratorio-dibattito sulle problematiche della nostra città per trarne (nientedimeno che) qualche buona idea programmatica per la prossima consigliatura.

È stato proprio nel corso del suo intervento che Fava, citando le mie note perplessità sull’opportunità di tenere in piedi una sede universitaria distaccata a Jesi continuando a metterci quattrini pubblici (e semi-pubblici, in ogni caso tutto tranne che “privati”), si è riferito alla mia persona come “esponente del centro-destra”.

Devo dire che, tuttavia, questa volta m’è andata un po’ meglio perché – almeno - non ero da solo nel mazzo degli attentatori additati al pubblico ludibrio per essersi resi colpevoli di “lesa maestà”, non ho capito bene se ai danni della Fondazione o del suo Presidente: stavolta, infatti (come leggo sempre nell’articolo di stampa che mi son poi procurato) tra gli “additati” alla pubblica riprovazione c’era addirittura anche Augusto Melappioni.

In realtà, per quanto ne so io per notizie “dirette”, la lista di quelli che la pensano come me su questo argomento, non solo in maggioranza ma anche all’interno dello stesso PD, è in realtà molto più lunga e – probabilmente – è questa la vera ragione per la quale il nostro vetusto professore si agita così tanto, al punto da non farsi scrupolo nell’uso di strumenti antichi oltre che ‘bruttarelli’ come quello di affibbiare etichette; strumenti che tutto fanno tranne che entrare nel merito, ovviamente.

In ogni caso, onestamente, di quello che può pensare (o non pensare…) l’illustre professore dei miei orientamenti politici non mi importa un fico secco.

Come pure, a scanso di equivoci e – soprattutto - a tutela della sensibilità dei miei concittadini politicamente orientati verso il centro-destra, non ritengo che l’etichetta affibbiatami sia in sé disdicevole o imbarazzante: ognuno è libero di orientarsi come vuole e tutte le idee politiche – purché non collidano con i principi della nostra Costituzione – sono legittime ed hanno pari dignità.

Ma mi danno fastidio proprio le “etichette” in quanto tali, per l’uso strumentale (quasi sempre negativo) che certa politica ne fa perché dimostra un’incapacità, che a questo punto devo ritenere “cronica”, di prendere atto che il mondo è profondamente cambiato, anche per la politica locale, anche a Jesi, e che le ‘appartenenze’ (e quindi le etichette) non contano più nulla mentre sono le posizioni sulle singole questioni a differenziare le persone. E che il consenso politico sta finalmente raggiungendo (vivaddio!) una “liquidità” tale da rendere ridicolo ed anacronistico chi ancora si ostina ad affibbiare etichette per denigrare un avversario o presunto tale. Tra l’altro, mi piacerebbe conoscere la “sua” di etichetta…

Comunque, chi mi conosce personalmente ed i pochi concittadini che mi conoscono per avermi letto, ascoltato o seguito nella mia attività politica sulle singole questioni sanno benissimo che sono un inguaribile… progressista; tra l’altro, un progressista in fortissima difficoltà perché “privato” di una casa politica proprio da questo PD locale, almeno fino a quando continuerà (tra le altre cose) a far politica a Jesi organizzando eventi in cui al primo Fava che passa viene permesso di “democristianare” (passatemi il neologismo…, ma rende bene) quanto e come vuole!

Ovviamente, il punto non è solo il contesto appena richiamato.

L’uscita di Fava, che fa il paio con quella delle “sciocchezze” che “non meritano nemmeno una risposta” in cui consisterebbero le mie argomentate opinioni, dice una cosa sola: probabilmente è a corto di argomenti ma, dovendo difendere una posizione a tutti i costi, attacca chiunque non la pensi come lui, mostrando oltre che una certa ineleganza (dato il titolo di cui si fregia) la solita autoreferenzialità cui purtroppo molto del passato ci ha abituati. E lo fa con la complicità di chi gli offre addirittura un pulpito da cui lanciare i suoi strali. Ecco, francamente, di queste cose qua non se ne può proprio più! E non riesco proprio a capire come si fa a proporle ancora a questa città!

Concludo: contrariamente a quello che fa lui, etichette io non gliene affibio; sarebbe incomprensibile e commetterei il suo stesso errore.

Secondo me “la verità vera” è che al professor Fava non interessa un bel nulla né delle mie opinioni (e pazienza, me ne son fatto rapidamente una ragione…) né dei miei argomenti (ma questo è un po’ più grave… per lui, ovviamente) sul merito dell’opportunità di interrompere questa follia organizzativa che sono le “sedi universitarie distaccate” che – a mio modesto avviso - è durata pure troppo. Mi chiedo, perciò, cosa gli interessi in realtà in questa vicenda: lo capiremo presto, dato che mi ha assicurato (sempre a mezzo stampa, questa volta su queste stesse pagine…) che in commissione ci verrà. Che dire: lo attendiamo … fiduciosi.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-05-2016 alle 00:37 sul giornale del 04 maggio 2016 - 1229 letture

In questo articolo si parla di attualità, jesi, Alfredo Punzo

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