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Jesi in Comune: 'Nascondere i poveri non significa garantire sicurezza'

Jesi in comune 1' di lettura 21/04/2017 - All’ordine del giorno del consiglio comunale di domani (21 aprile) salta all’occhio la mozione presentata dai consiglieri Marco Giampaoletti, Insieme civico, e Giancarlo Catani, Patto per Jesi, sull’attuazione dei dispositivi di legge contro l’accattonaggio e il rafforzamento della sicurezza cittadini.


E’ l’atteggiamento di chi guarda ai problemi con il respiro corto e lo sguardo basso della campagna elettorale. Magari facendo confusione e mettendo colpevolmente insieme questioni che non c’entrano nulla, come il cosiddetto (finto) decoro urbano e la revisione della legittima difesa, come provano a fare i consiglieri in questione, giusto per chiarire bene da che parte stanno. Tra l’altro, dati alla mano, abbiamo letto dalla stampa all’inizio del mese, che i carabinieri hanno registrato un calo dei furti commessi a Jesi del 34% rispetto allo stesso periodo del 2016.

E ancora il Questore Oreste Capocasa, sempre all’inizio del mese, illustrando l’attività inerente il periodo aprile 2016 - marzo 2017 rispetto ad aprile 2015 - marzo 2016, aveva registrato -18,31% di furti, -41,09% di rapine, -80% di rapine in banca, -60% di rapine in casa.

Giampaoletti e Catani confondono i poveri (nostrani o d’importazione) con i delinquenti; noi che siamo "buonisti" pensiamo che allontanando i poveri dalle vie principali non avremo risolto un bel niente, ma solo messo un tappo alla nostra coscienza. Il contrasto al disagio si fa con le politiche sociali e non col sindaco-sceriffo. Almeno finché restiamo umani. “Nessuno escluso”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-04-2017 alle 15:47 sul giornale del 22 aprile 2017 - 1082 letture

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