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Chiaravalle: amministrative, Morosini candidato sindaco del M5S, 'Perché ho deciso di candidarmi'

Pierpaolo Morosini 3' di lettura 24/04/2018 - E’ difficile capire come un uomo pensionato che ha avuto molto dalla sua professione e dalla vita decida di candidarsi ad una carica politica a 70 anni.

Su sollecitazioni di alcuni parlamentari abbiamo deciso come meet-up di Chiaravalle di presentare la lista elettorale. Mancava un candidato sindaco disponibile che in due anni non siamo riusciti a trovare. Per poter chiedere la certificazione occorreva definire chi era il candidato sindaco. Io non lo volevo fare. Ma alla fine avevamo una sola scelta o ritirarci in ordine sparso o farmi carico di una croce che avrei preferito evitare, visto che nessuno dei 12 candidati consiglieri voleva caricarla su di sé.

Non ho mai avuto tessere di partito, non ho mai avuto contratti di consulenza, non ho affiliazioni con la massoneria.
Non ho mai voluto iscrivermi, seppure sollecitato più volte, al Rotary o ad altre associazioni. Quindi la mia scelta è stata ponderata e alla fine ho deciso che era giunto il momento di mettere in gioco le mie competenze e le mie professionalità.

Oggi infatti vige in Italia una gerontocrazia di pochi individui aggregati in partiti o lobbie che lavorano, a volte alla luce del sole ma più spesso nell’ombra, e decidono dei destini di tutti senza nessuna trasparenza ma solo con il fine di mantenere i privilegi o del proprio partito o della propria lobbie. Si tratta di un corporativismo becero e pericoloso che è un residuato di un vecchio concetto di stato che viene da lontano, in pratica dall’Italia pre e post fascista.
Quindi ci vuole trasparenza ed una iniezione di democrazia diretta che in qualche modo renda palese la volontà politica. Vogliamo capire a chi vanno i benefici di una scelta politica e vogliamo capire se quanto affermato è stato realizzato ed ha funzionato. La democrazia diretta o indiretta significa avere delle proposte.
Le proposte “a priori” sono tutte buone non è facile dire qual’è la migliore. Ma la democrazia è poter dire “a posteriori” hai sbagliato, la tua proposta non ha portato gli effetti che speravi ed ha invece salvaguardato pochi tuoi amici.

La vera scelta il cittadino la deve fare dopo, quando può capire chi ha realizzato quello che aveva promesso e chi invece non ha fatto bene o peggio non ha fatto nulla. Il voto serve per mandarlo a casa e cercare qualcuno che fa meglio del precedente.
Quindi ho deciso che bisogna cambiare l’Italia in quelle poche cose che non la vogliono far funzionare. Vale a dire la politica non può essere una professione e non deve essere finanziata; ma soprattutto non deve occupare il potere in modo perpetuo e spesso oscuro, se non ti eleggono ti riciclano di nascosto in altri posti di potere o sotto il tappeto di liste civiche che non rappresentano il nuovo ma il vecchio mascherato, privato del suo simbolo. Nessuno deve restare indietro ed occorre accompagnare quelli che non ce la fanno a mantenere il passo. Quindi io non chiedo una fiducia ai miei elettori promettendo loro che manterrò i loro privilegi e le loro congreghe. Io nella mia vita ho sempre fatto quello che dicevo di fare ed ho sempre detto prima ciò che avrei fatto. Tutti potranno verificare se ho detto il falso.

Quello che farò è scritto nel nostro programma e se sarò eletto lo realizzerò senza accampare scuse in caso di fallimento.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 24-04-2018 alle 12:05 sul giornale del 26 aprile 2018 - 2652 letture

In questo articolo si parla di politica, Movimento 5 Stelle, M5S

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