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Gruppo Solidarietà: 'Le grandi manovre - al ribasso - sui requisiti di funzionamento dei servizi sociosanitari'

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da Gruppo Solidarietà

Mentre la proposta, generale, è in attesa dell’esame e del parere della Commissione, in assessorato si tratta con gli enti gestori sulle modifiche da apportare.

In attesa che la IV Commissione Consiliare esamini ed esprima parere sulla Dgr 598/2018 la trattativa con gli enti gestori - gli stessi che hanno fatto parte dei gruppi tecnici regionali - sulle modifiche della delibera di giunta, che poi verranno gentilmente porte alla Commissione, si svolge nell’assessorato alla sanità.

Il Gruppo Solidarietà, all’indomani della delibera aveva invitato la Regione Marche a scoprire le carte su contenuti dei requisiti chiedendo di presentare contestualmente ai “requisiti generali” (quelli indicati nella dgr 598) anche quelli “specifici”, che potranno, stabilisce la delibera, anche modificare quelli generali. La motivazione è semplice: senza un atto completo è impossibile valutare per singola tipologia di servizio aspetti fondamentali qualificanti la qualità, come ad esempio: quanto e che tipo di personale, l’ampiezza (ovvero il numero dei posti), la possibilità che nello stesso servizio vengano accolti (in quelli che sono chiamati nuclei o moduli) persone con diverse esigenze (disabili, anziani con demenza, soggetti con disturbi psichici).

Accompagnato alla richiesta un appello - cui hanno aderito 20 organizzazioni del terzo settore, oltre 380 persone, tra le quali, molti operatori, familiari, volontari - nel quale si chiede che vengano salvaguardati, sostenuti, potenziati i servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi. Servizi centrati sulle persone e sulle loro esigenze. Luoghi di vita, condizione per essere anche luoghi “di cura”. Servizi che promuovano inclusione e quindi de-istituzionalizzazione.

L’obiettivo delle modifiche che si stanno apportando è quello di allentare tutte le indicazioni, migliorative per gli utenti, che possono modificare la situazione esistente: dalla qualifica professionale dei responsabili, alle superfici minime dei servizi diurni e residenziali, fino all’ampliamento attraverso accorpamenti della capacità recettiva delle strutture (il numero di posti), al mantenimento di 3-4 letti per camera. Si tratta del de profundis per le piccole comunità.

Non quello di cui c’è bisogno per le persone (parliamo di 16.000 utenti disseminati in circa 60 strutture) con un saggio percorso di transizione che tiene conto della situazione esistente, ma .. l’esistente - di alcuni - che indica la traiettoria da seguire per tutti. Non quello che determina migliore qualità di vita per le persone ma quello che non mette in discussione l’esistente.

Non si può pertanto che confermare la richiesta di definire (e quindi permettere di andare a vedere) i requisiti complessivi di tutte le strutture, di ricordare che negli interessi da salvaguardare si debbono privilegiare quelli per cui i servizi esistono, che nessun cambiamento in direzione della qualità di vita degli utenti potrà svilupparsi fino a quando la negoziazione avviene soltanto con chi i servizi li gestisce.

In tempi ravvicinati, vedremo se la IV Commissione accetterà il ruolo di passacarte.