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Loreto: si aggirava in un parcheggio con fare sospetto, arrestato ricercato

Posto di blocco carabinieri 2' di lettura 07/08/2018 - Incessante l’impegno e la tolleranza zero nel controllo della Val Musone e riviera del Conero ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Osimo, con mirate attività coordinate a largo raggio di Polizia Giudiziaria.

L’operazione dei carabinieri osimani rientrante nell'operazione “ESTATE SICURA”, predisposta e diretta personalmente dal Comandante di Compagnia Magg. CONFORTI Raffaele, con l’intervento di tutte le Stazioni Carabinieri e del Nucleo Operativo e Radiomobile, ha visto l’impiego di 25 militari e nl12 autoradio di cui 2 veicoli del nucleo operativo, conseguendo importanti risultati.

Lunedì pomeriggio a Loreto i militari della locale Stazione hanno eseguito un arresto in esecuzione ad un decreto di sospensione di ordine di Carcerazione e ripristino dell’ordine medesimo, emesso il 28 luglio dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Corte D’Appello di Ancona, per il reato di “Possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli - art. 707 c.p.”.

Il pregiudicato (B.F. nato a Chiaravalle, classe 1987) residente a Morro d’Alba, è stato controllato dalla pattuglia in turno, mentre si aggirava a piedi e con fare sospetto all’interno del parcheggio adiacente il Centro Commerciale “OASI” di quella via Pizzardeto.

Proprio dall’interrogazione in Banca Dati di Polizia, l’uomo risultava essere “ricercato in stato di irreperibilità” per tutto il territorio nazionale, poichè gravato dall’Ordine di esecuzione di Carcerazione sopra specificato e pertanto è stato ammanettato e condotto negli uffici della caserma della Compagnia di Osimo per i successivi adempimenti amministrativi e legali.

L’arrestato, dopo la notifica del provvedimento, dovrà espiare la condanna definitiva di mesi 8 di reclusione in carcere per il reato di “Possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli” commesso in Jesi nel mese di marzo 2012. L’uomo, ultimate le formalità di rito e sottoposto al foto-segnalamento e rilievi dattiloscopici veniva tradotto e recluso presso la casa circondariale di Ancona Montacuto.


di Cristina Carnevali
redazione@viverejesi.it





Questo è un articolo pubblicato il 07-08-2018 alle 17:42 sul giornale del 08 agosto 2018 - 1594 letture

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