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La lettera di un cittadino: 'Tra città vissuta e città amministrata'

Mura di Jesi 5' di lettura 09/08/2018 - La redazione riceve e pubblica la lettera firmata da un cittadino jesino.

A proposito di città amministrata e città’ vissuta, sintesi del dibattito che investe in questi tempi le cronache cittadine, farei una disamina sulle questioni emerse ,che vanno dai manifesti sui bisogni dei cani, allo spostamento dei monumenti; dal degrado strutturale-architettonico, alle insidiose buche; dalle attività commerciali sofferenti per oscuramento dovuto ai lavori, alla rumorosità dei locali del sabato notte….e cosi via.

Da questa prospettiva vediamo una città che fa fatica a tenere assieme le componenti fondative di comunità, sottoponendo gli amministratori ad una criticità di afasia politica. Insomma una città dolente.

Da un'altra visuale che chiamerei sistemica-elogiativa, vediamo una città virtuosa, dotata di bellezze artistiche, famosa per i natali dati a grandi personaggi in ambito storico, artistico, sportivo: celebrata con enfasi, da associazioni, fondazioni, comitati, nel rituale della festa patronale e nel tanto discusso Palio. Partendo dal manifesto sugli insidiosi escrementi canini, direi che il richiamo “MURALE E MORALE” –in quanto invita alla decente conduzione del miglior amico dell’uomo (per inciso non è l’automobile ”- assomiglia un po’ agli inquietanti manifesti Ancien Regime. E’ sacrosanto che si dovrebbe raccogliere la c….a del cane, ma è pur vero che chi amministra non puo’ risolvere la questione con le sole sanzioni, ma dovrebbe lanciare una campagna dissuasiva, fatta di punti di raccolta ,distributori di sacchetti, siti d’acqua, aree di sgambamento.

E questo e’ un falso problema e rientra solo in un ottica di potere amministrativo-pedagogico che infastidisce la città vissuta. Chi possiede un cane, per la maggior parte dei casi, e’ una persona responsabile, e provvede a pulire. Non mi pare che ci sia un’emergenza sulle c…..e dei cani. Se così fosse dovremmo tappezzare la citta’ di manifesti riguardanti l’incivile comportamento degli automobilisti sulle strisce pedonali o quando occupano le piste ciclabili; per non parlare dei vomitaticci per le vie del centro dopo la kermesse alcolica del sabato sera, non lo si fa’ per la semplice ragione che e’ sempre un fenomeno marginale quindi pienamente tollerabile –soglia di incivile comportamento ammissibile.

Questa attenzione sui cani e’ anomala, e va inquadrata in quell’estensione del dominio della manipolazione che devia l’attenzione su questioni periferiche, e non su questioni reali che riguardano la citta vissuta. Di questi tempi, in cui l’ignoranza è stata sdoganata, i nostri politici diventano un po’ affabulatori, non c’e’ piu’ lo strumento dialettico della critica costruttiva che permette un confronto di idee e soluzioni. Un vero problema e’ la chiusura di attivita’ commerciali storiche ,che comporta crollo di presidi di socialita’, depauperando posti lavoro,rendendo cosi’ il cuore della citta’ un non-luogo. Il centro e’ il luogo per eccellenza di incontri e relazioni , il motore perpetuo di sinergie che da’ un senso alla comunita’, se cosi’ non fosse diventerebbe vulnerabile alle insidie del degrado non solo ambientale ma anche socio-morale.

Per questo la citta’ amministrata deve concentrarsi su una programmazioni di interventi anti-inaridimento che rilanci la socialita’ ,riportando servizi e attivita’ in “centro “. Quello della “monumentalita’ in movimento” e’ un altro falso problema –distrazioni mirate della politica-, a chi interessa ? A chi il lavoro e’ stato rubato, al non garantito , a chi non e’ permesso un percorso di vita felice perche’ umiliato dal degrado economico? Non credo. Interessa solo ai garantiti, agli esteti, a tutti coloro protetti da un alveo di benessere che si credono in diritto di esternizzare il loro dominio di proprieta’ privata in ambito pubblico.

Il punto e’ che nessuna amministrazione ha il possesso identitario della comunita’ che rappresenta, ma ha solo il consenso dato dal voto politico,spesso gesto emozionale ,dovuto a contingenze momentanee. E’ vero il voto e’ l’atto sacro di una democrazia, ma spesso e’ solo un atto gestuale privo di portata deterministica che puo’ inficiare il suo valore di scelta libera.

Chi amministra deve avere la visione totale di comunità che rappresenta e deve venire incontro alla città vissuta, avendo come obiettivo un percorso felice comune,che avviene facendo incontrare tutti i soggetti della comunità: imprenditori, intelluttuali, giovani, anziani, extracomunitari,artisti ecc. nel progetto comune di libera convivenza partecipata. Fare rivivere la città’ nella sua valenza attiva, ovvero riportare sale cinematografiche nel centro storico, aprire spazi in cui si fa cultura, mettendo a disposizioni proprietà pubblica a canone agevolato; occorre valorizzare la pinacoteca agganciandola a mostre d’arte non speculative, volte a rinnovarsi in nuove idee di creativita’ artistica; dare modo alla biblioteca pubblica di prolungare l’orario di chiusura non essere un non- luogo sottostante a rigidi orari come come se fossimo al supermercato .

Occorre uscire dai rigidi schemi del protocollo, altrimenti rimane solo l’apparente fluidità di una libertà che sta solo sul web. Occorre ridisegnare spazi di socialità in cui giovani e vecchi trovino il piacere di incontrarsi di stare con gli altri per condividere storie e vissuto e non vederli mai piu’ individui spersonalizzati cacciati in una desolazione esistenziale che aggrada solo ai padroni delle nazi-tecnologie.

Le buche, gli escrementi ecc. sono un falso problema, che verrà forse risolto alle prossime elezioni politiche, quando la citta’ amministrata si attiverà per accingersi al potere, e allora, solo allora si interesserà alla città vissuta.

Lettera firmata da Sandro Santini, cittadino di Jesi






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-08-2018 alle 12:30 sul giornale del 10 agosto 2018 - 4053 letture

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