Mons. Gerardo Rocconi: il Vangelo di domenica 3 novembre

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore
UN INCONTRO… PROGRAMMATO, PER GESU’
Il vangelo di oggi ci racconta di un incontro che Gesù fa entrando a Gerico. La gente lo accoglie, gli fa festa. A Gerico viveva Zaccheo, il capo dei pubblicani. E anche lui vuole vedere Gesù. E’ piccolo di statura e per vedere meglio allora, sale su un albero, su un sicomoro. Sicuramente Zaccheo, un grande peccatore, era un uomo infelice, inquieto. Ed è proprio questo suo tormento che lo spinge a cercare Gesù: chissà... E’ vero che Gesù ha espresso giudizi pesanti sulle ricchezze, ma ha anche manifestato accoglienza per i peccatori. E sale su quel sicomoro: gesto importante di speranza e disponibilità! E quando finalmente Gesù giunge sul luogo e passa sotto l’albero, alza lo sguardo e vede Zaccheo. Possiamo immaginare che Zaccheo sia anche un po’ nascosto. In realtà da sempre Gesù lo vede, da sempre lo cerca. Ma finalmente ora in Zaccheo c’è disponibilità per cui i loro occhi si incontrano. Zaccheo può anche pensare che Gesù abbia alzato gli occhi per caso, ma per il Signore non c’è nulla che avviene per caso. Egli ci cerca sempre, però ci trova solo se glielo permettiamo.
FIGLIO, TI STO CERCANDO
E Gesù lo chiama: “Zaccheo scendi subito”. Chiamandolo per nome, Gesù agisce come se da sempre lo conoscesse, ma soprattutto gli sta proponendo un progetto di santità. Non per niente il nome Zaccheo vuol dire “Puro”, “Santo”. E’ come se Gesù dicesse a Zaccheo, il ladro e traditore: “Ehi, tu che sei santo, scendi subito. Mi fermo da te!”. Sta per cominciare una storia di conversione, una storia di santità. E’ il Signore il protagonista della santità di Zaccheo. Dice Gesù: Devo fermarmi a casa tua”. Sì, perchè Gesù è venuto a cercare i peccatori. E’ importante per Gesù fermarsi. C’è una pecorella smarrita da recuperare. Nell’opera di Gesù vediamo ancora una volta la misericordia trionfare. Zaccheo era grande peccatore, ma cosa hanno ottenuto i duri giudizi di chi per lui non provava nè pena, nè misericordia? Gli hanno procurato solo isolamento e lo hanno incattivito ulteriormente. Gesù agisce diversamente! Gesù agisce per amore. Anche quando Gesù usa le maniere forti, agisce spinto dalla misericordia, mai dalla durezza o dall’arroganza... E di fronte a quell’invito a scendere, Zaccheo intuisce che sarà un incontro importante. Per questo scende pieno di gioia. La felicità ora ce l’ha dentro il cuore. Guardatelo Zaccheo, il grande funzionario, correre e saltare come un bambino! La sua vita ha uno sconvolgimento; Gesù gli fa sentire tutto l’amore di Dio, Gesù lo sta conquistando.
E AL PRANZO CI SONO TUTTI… I PECCATORI
E Zaccheo invita subito Gesù a pranzo. E al banchetto offerto da Zaccheo partecipano i peccatori, e fuori restano quelli che pensano di essere giusti. Provocatoriamente ancora Gesù afferma che nel Regno entra Zaccheo, ma non quella gente che gli andava dietro pensando di essere a posto. Ed ora accade l’impossibile. Gesù aveva detto chiaramente che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno: ebbene l’impossibile è possibile a Dio e pertanto la sua misericordia è capace di cambiare il cuore di un uomo e farlo diventare evangelicamente povero. Ed ecco il risultato: “Ecco, Signore, io dò la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.
AMATI… SI AMA
L’amore ricevuto genera nuovo amore in Zaccheo: amato, è stato capace di amare, trattato con misericordia è stato capace di usare misericordia. Di qui la conclusione di Gesù: la salvezza è entrata in questa casa! Chiamati a diventare santi, abbiamo capito che la santità è opera del Signore. La santità è dono del Signore, è frutto della sua misericordia. Dono che va desiderato, chiesto, accolto. La santità è l’azione dello Spirito che trasforma il cuore: c’è da gioire, ringraziare, accogliere l’opera di Dio in noi.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-11-2019 alle 00:32 sul giornale del 04 novembre 2019 - 652 letture
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