Apparsi in città i manifesti del Collettivo Transfemminista: "La politica sta tornando indietro di 100 anni su donne e diritti"

Abbiamo dovuto ascoltare nelle ultime settimane dichiarazioni inaccettabili sulla necessità di dare figli alla patria per scongiurare la sostituzione etinica, sulla famiglia 'naturale' unica possibile e meritevole di sostegno, sull'aborto come omicidio.
Leggiamo di disegni di legge che, come già successo in Umbria ed Abruzzo, vogliono limitare l'accesso alla pillola RU486 vincolandola all'ospedalizzazione e rendendone di fatto sempre più difficoltoso l'accesso a molte donne e che spianano la strada all'ingresso nei consultori dei pro-life e di tutto quell'associazionismo antiabortista di estrema destra che intende colpevolizzare e umiliare chi faccia richiesta di IVG.
Oltretutto in Comuni come il nostro, dove la conta degli obiettori è del 100% ormai da anni, l'Amministrazione rifiuta di aderire ad una mozione che chiede il pieno adempimento della legge 194.
Questo non lo possiamo più accettare. Ci vorrebbero imporre silenzio e obbedienza, in un paese dove il femminicidio uccide una donna ogni tre giorni, dove stupri, violenze e attacchi omo/transfobici sono pane quotidiano, dove la disparità salariale e di accesso alle professioni è altissima. E ancora di più in un'emergenza pandemica che ha visto le donne pagare prezzi enormi sotto ogni punto di vista.
Siamo stanche di vedere i nostri corpi al centro di battaglie che ci riguardano ma a cui non siamo mai invitate a partecipare, solo a subirle in rispettoso silenzio.
E per questo pretendiamo di rimettere i nostri corpi al centro del dibattito, di renderli visibili e scomodi. Pretendiamo aborto sicuro e garantito sia chirurgico che farmacologico, consultori liberi dai pro-life, aperti ed accoglienti per le donne e per la comunità LGBTQIA+, parità di salario e di accesso al mondo del lavoro, reddito di dignità.
Pretendiamo di decidere. Sempre, ma ancora di più nella settimana che ci avvicina all'8 marzo. Che non è una 'festa' ma un giorno di lotta.
Saremo nelle piazze e nelle strade delle nostre città il 6 e l'8 a ricordare che se ci dichiarate guerra siamo pronte a rispondere!

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-02-2021 alle 16:52 sul giornale del 01 marzo 2021 - 289 letture
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