Festa della donna, Console e Trombetta (Lega): "Un 8 marzo dal sapore amaro"

Oltre ad essere aumentati i casi di violenza domestica, a causa del lockdown forzato, con conseguenze spesso tragiche ed irreversibili, sono aumentati i licenziamenti aggravando una situazione già difficile: il 98% di chi ha perso il lavoro a causa del Covid è donna, perché è la più sacrificabile e troppo spesso con contratti precari o part-time.
Quando invece il lavoro c’è, a parità di mansione, la differenza salariale, tra uomo e donna, è di circa il 20%.
E’ sempre la donna che deve sobbarcarsi, oltre al lavoro, tutti gli oneri della vita domestica, dalla gestione dei figli alla casa e di sicuro lo smart working, conseguenza diretta della pandemia, ha evidenziato tutte le difficoltà che una mamma lavoratrice affronta.
Le politiche sociali attuate finora hanno mostrato tutti i loro limiti e le leggi a tutela delle donne, laddove ci sono, spesso non vengono applicate con dovuto rigore e tempestività.
Il mondo economico, sociale e politico, ancora quasi esclusivamente a traino maschile, deve subire un’inversione di rotta e dobbiamo essere noi donne a pretenderla: non come una concessione, ma come un nostro diritto sancito dalla Costituzione.
A poco servono le battaglie, solo ideologiche, per declinare al femminile un sostantivo maschile: se veramente c’è chi pensa che si possa cambiare la situazione attuale, trasformando “ministro” in “ministra” o “avvocato” in “avvocata”, di strada da fare ce n’è ancora molta. Ma, se il cambiamento dipende soprattutto da noi, festeggiamo rimboccandoci le maniche!

Questo è un articolo pubblicato il 08-03-2021 alle 21:16 sul giornale del 09 marzo 2021 - 178 letture
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