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Vivere di Emozioni: e tu cosa desideri?

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E tu cosa desideri?
David Khayat non è un filosofo e nemmeno un influencer ma un illustre oncologo francese che di recente ha pubblicato un libro in cui si celebra la gioia di vivere e si oppone ai troppi moralismi.

I vizi a piccole dosi per sentirsi più appagati e sereni sono salutari a quanto pare!
Il nostro cervello ci spinge in modo determinato a bere, mangiare e riprodurci. Rinunciare a questi piaceri, creando un muro fra l’istinto e il nostro approccio categorico nell’impostare la vita, colpevolizzandoci e privandoci ci rende tristi e stressati.

Il vero rischio nasce da qui e ci si potrebbe anche ammalare d’infelicità.
Senza esagerare concediamoci dei piccoli sgarri e soprattutto proviamo a diventare complici delle nostre debolezze!
Qualche sfizio o capriccio tocca pur assecondarlo, senza nuocere a nessuno, nel rispetto dei propri valori, ma insomma sgarrare un po’ senza strafare genera soddisfazione e salute, mette in moto un motore che lavora come necessario, gli ingranaggi vengono oliati e alcuni blocchi emotivi sciolti.

Ci sono due forme di vizi, quelli che ci rendono schiavi e quelli che ci rendono liberi, puntiamo sui secondi ovviamente! Abbiamo tutti una gran voglia di risorgere, di soddisfarci.
Le troppe virtù rischiano anche di farci diventare persone noiose e ricordiamoci che “L’uomo va giudicato soprattutto dai suoi vizi; le virtù si possono fingere; i vizi invece sono sempre genuini”. (Klaus Kinski)
Osservate dove trova appagamento una persona e le sue motivazioni, ci aiuteranno a capire con chi abbiamo a che fare, la sincerità dei vizi non ha eguali.

Se solo per un istante si potesse immaginare che questo inverosimile periodo fosse già concluso, magari da poco, con l’adrenalina che ci trascina fuori per un braccio da un piccolissimo pertugio e ci trovassimo a strofinarci gli occhi e a stiracchiarci, un po’storditi ma persuasi dalla bellezza della vita, io credo che metteremmo da parte ogni ipocrisia, inizieremmo a recuperare operosi e con vigore tutte le occasioni mancate, senza curarci del giudizio altrui, rubando anche ore al sonno se necessario!
Avrei una gran voglia di mettermi un rossetto rosso, di quelli generosi che lasciano traccia in abbondanza e girarci sorridente lungo le strade ad abbracciare e baciare gente sulla fronte e sulle guance, ho voglia di lasciare l’impronta, che faccia fare almeno un sorriso! Avrei urgenza di separarmi dai perbenismi, dalle intransigenze e bermi un bicchiere di vino, mettere scarpe con i tacchi a spillo solo per gustarmi l’attimo in cui le sfilerò a fine serata e arrugginita lanciarmi in una pista da ballo. Al mare o in una sagra purché ci sia una gitana a leggermi la mano a dirmi che in vacanza andrò lontano. Vorrei gettarmi fra la folla e perdermi nella mischia, a saltare con le braccia in aria ad un concerto, guancia a guancia con la cassa. Vorrei fare l'alba in spiaggia senza pensare al dovermi giustificare. Vorrei perdermi in strade nuove a cantare in dialetti mai ascoltati. Vorrei brindare agli sposi, ai diciottenni, ai dottori novelli incontrati nelle piazze gremite, a festeggiare tutti insieme di un'unica festa. Vorrei andare alla fiera a comprare zucchero filato, sul ponte di un traghetto a farmi spettinare dal vento e urlare a perdifiato. Vorrei suonare la chitarra attorno ad un falò e in venti in coro a cantaree guardavo il mondo da un oblò".

Vorrei andare ad una processione con i lumini di carta velina a ricordarmi di quanto fosse suggestiva e mi piaceva quando ero bambina. Vorrei fare un tuffo in piscina, vestita da sera, senza traccia di mascherina, vorrei un pic-nic nel parco più affollato per poi andare di sera a teatro. Vorrei i tamburi e gli sbandieratori. Vorrei un cinema e l'odore dei pop-corn, una terrazza per un compleanno a godere del tramonto e tutti insieme sulla candelina soffiando. Una cena da cucinare fra amici in campagna o gustando un piatto gourmet in una location da dieci in montagna. Una pizza da andare a mangiare e far fatica a trovar posto per quattro senza prenotare. Una caccia al tesoro da architettare. Un pigiama party per i figli da organizzare. Una valigia da preparare, una tavolata lunga un chilometro col vicinato e tutti insieme a ridere e a scherzare sulla pandemia che ci fece incontrare. Annusare il profumo del dopobarba di mio nonno facendo con lui un giro di valzer in un abbraccio profondo.”

Aspettiamo, per ora sono desideri ma le smanie rendono vivaci e luminosi. Viziamoci ancora un po’ con il niente, per chi le vuole contemplare le stelle sono sempre lì a brillare e ce ne sono per tutti! Chi non è soddisfatto di ciò che ha non sarebbe soddisfatto neppure se avesse ciò che desidera. (Socrate)

E tu cosa desideri?



di Azzurra Filottrani






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