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I disegni settecenteschi dell'Ara dove si conservava il corpo di San Crescentino nell'antico Duomo di Urbino

1' di lettura 23/08/2021 - Fra i numerosi documenti dell’archivio Guglielmi Balleani, custodito presso la Biblioteca Civica di Jesi, e in particolare fra quelli riguardanti Monsignor Antonio Guglielmi (1680-1766), che fu Arcivescovo di Urbino dal 1739 fino alla morte, assumono importanza, per il soggetto trattato, due disegni ad inchiostro e acquarellati.

Firmati da Michele Dolci (Pontassieve 1724-Urbino 1803), architetto, pittore e “…buon disegnatore…” lungamente attivo in Urbino, essi raffigurano la pianta e il “Prospetto dell’Ara all’Altar Maggiore nella Metropolitana di Urbino, dove si conserva il Corpo del Glorioso S. Crescentino Martire protettore della medesima Città, Disegno del Celebre Architetto Alessandro Spechi...”, così come doveva essere prima che il terremoto del 12 gennaio 1789 lo distruggesse insieme alla chiesa.

Il cartiglio sottostante al disegno del prospetto (da cui è stato ripreso il testo in corsivo sopra citato), oltre a riferirci il nome dell’autore, il noto architetto romano Alessandro Spechi (1666-1729), allievo di Carlo Fontana e autore, fra le altre cose, del primo progetto (non realizzato) per il palazzo del Collegio Raffaello di Urbino (1702-1741), letto nella sua interezza ci fornisce altre importanti informazioni: che i putti e gli ornati sono opera dell’insigne scultore francese Edmè Bouchardon (1698-1762) (vincitore del Prix de Rome del 1727 e autore anche di un busto di Clemente XII), e che l’altare fu donato ai suoi concittadini da Papa Clemente XI Albani, “al quale costò diciotto mila scudi, non compreso il tempietto che non ciè”.








Questo è un articolo pubblicato il 24-08-2021 alle 11:13 sul giornale del 23 agosto 2021 - 198 letture

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