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Quattro tappe in una: Monsano


Dopo aver pedalato per Filottrano e Santa Maria Nuova, i partecipanti alla centocinquesima edizione del Giro saluteranno i cittadini monsanesi, impazienti di accoglierli.
Anche il piccolo borgo della Vallesina, come i Comuni raccontati finora, vanta origini e tradizioni lontane. Leggenda narra che siano state le Muse le prime abitanti del luogo. Musianum, toponimo dal quale Monsano deriverebbe il suo nome, significherebbe proprio luogo ad esse dedicato, in riferimento al bosco di lauri sacri ad Apollo presente nel territorio circostante.
È il 1197 quando viene citata per la prima volta come dipendenza dell’Abbazia di Valfucina, ai piedi del San Vicino, mentre solo nel 1340, dopo la perdita di Monte San Vito, Jesi fortifica le mura di Monsano e la eleva a Castello, dotandola del ruolo di difesa della città regia. Un alfiere della vicina Jesi dunque, con il dovere di proteggerla e nel caso sacrificare se stesso per respingere attacchi nemici.
Aneddoti più recenti ricordano invece la lotta tra i Malatesta e Papa Pio II, quando Jesi dette l’improponibile ordine di abbattere le mura di Monsano. In origine inoltre, pare che il Castello fosse circondato da un fossato d’acqua stagnante e solo grazie ad un ponte levatoio posto nell’unica porta, fosse possibile entrare all’interno delle mura.
A testimonianza di come la città sia pronta al passaggio del Giro, abbiamo intervistato il suo primo cittadino, Roberto Campelli. Ex ciclista professionista, poi direttore sportivo e da sempre grande appassionato, Campelli ha sottolineato l’enorme entusiasmo della cittadinanza: “Sarà un momento di forte spettacolo agonistico che gratificherà tutti gli spettatori. Abbiamo attivato quattro punti per chi arriva con il camper più un maxischermo per dare la possibilità a tutti di assistere al passaggio di Monsano e all’arrivo finale”, ha aggiunto. “Ci saranno poi gli ultimi dettagli, il taglio dell’erba, segnalazioni, scritte rosa. Siamo pronti e non vediamo l’ora di ospitare questo passaggio”.
Conclude ribadendo l’emozione per un evento che a Jesi manca da 37 anni: “Abbiamo iniziato con degli striscioni con cui la città saluta il Giro d’Italia e proseguiremo con strisce rosa che addobberanno tutta la salita”.
Un mondo, quello del ciclismo, in cui Campelli ha sicuramente trovato gioie ed anche qualche rimpianto: “Vedo nel ciclismo un veicolo di vita ed un modo di approcciarsi allo sport. La mia prima parte da ciclista l’ho fatta da corridore per poi divenire direttore sportivo”. E sui ricordi su due ruote, ci tiene a ricordare una sua vittoria in Toscana contro Bettini, ex commissario tecnico della nazionale ciclistica: “Mi dette un “coppino in testa” perché lo avevo battuto proprio in quel giorno in cui lui correva in casa”.
Ai piedi delle mura, in sella alla sua bicicletta, Simone Stortoni ci illustra invece gli aspetti tecnici del tratto monsanese: “è l’ultima salita che porterà a Jesi e da qui verso il traguardo ci sarà tutta strada che tende a scendere, fatta di parecchie curve e passaggi tecnici. Sarà un punto determinante dal quale potrebbe uscire anche il vincitore della tappa”.
Il volto della cittadina di Monsano protagonista del quarto appuntamento di “Quattro tappe in una” insieme alle due interviste appena raccontate, si trovano nel nostro Canale YouTube, al link
Il giorno della tappa è sempre più vicino! Il prossimo ed ultimo appuntamento a martedì 10 aprile, quando il nostro viaggio si concluderà a Jesi dove la carovana rosa taglierà il traguardo.
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