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Allarme maltrattamenti sui minori: a Jesi e Vallesina si supera la media nazionale

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Da un'indagine di Asp Ambito9 presentata stamattina a Jesi, emerge il dato allarmante (riferito al 2020) dei minori vittime di maltrattamenti in Vallesina, che sarebbe del 2,2% contro lo 0,9% nazionale. Tradotto Significa 230 casi su una popolazione minorile di 10395 nei 21 comuni coinvolti.

Va detto subito che il dato nazionale è solamente indicativo, in quanto il numero espresso in percentuale potrebbe essere più alto poichè non derivante da ricerche capillari ed accurate come quelle condotte dalla Azienda Servizi alla Persona di Jesi, ma non per questo i numeri risultanti dal locale vanno sottovalutati.

Le casistiche dei maltrattamenti registrate sono essenzialmente cinque. La più impattante, numericamente parlando, è quella della “violenza assistita” (ovvero il bambino/ragazzo che assiste ad una violenza subita da una figura di suo riferimento, come un genitore), la quale impatta per il 57% delle segnalazioni, contro il 32% del dato nazionale. Seguono le patologie delle cure (discuria o ipercura) per il 20,4%, il maltrattamento fisico col 12,2%, quello psicologico per l'8,7% e quello sessuale 1,7% (4 casi). La fascia che subisce di più è quella dagli 11 ai 17 anni, che costituisce da sola il 44% dei casi, seguita da quella 0-5 anni con il 19. L'origine delle segnalazioni sono per lo più da Autorità giudiziaria (57%), seguita dalla famiglia (quasi sempre le mamme) 11,7% e la scuola (10%). Importanti anche i pediatri, le persone della cerchia (vicini, parenti, allenatori) e gli ospedali.

Purtroppo - ha commentato la presidente dell'Asp Ambito9 Gianfranca Schiavoni - c'è una situazione di grande disagio all'interno delle famiglie, dove c'è una situazione di conflittualità. Quindi questi ragazzi sono sottoposti ad una violenza assistita che influenza il loro normale sviluppo psico-fisico”. Non sorprende, alla luce di ciò, che bel il 96,5% delle violenze registrate si sia verificato in famiglia. “L'azienda si è già attivata per la presa in carico di questa criticità e sta già intervenendo con azioni mirate sul territorio”. Nonostante l'impegno di Asp, che ha svolto questa indagine importante passando in rassegna le schede di tutte le situazioni aperte (889 sono i minori presi in carico nel 2020), ed una filiera di segnalazione che funziona meglio che altrove - come ha sottolineato il direttore della Asp Franco Pesaresi -, grazie ai pediatri, alle Forze dell'ordine, al personale scolastico con il quale i minori condividono buona parte delle giornate, il problema che si evidenzia è “una carenza in ambito sanitario”.

L'Azienda è attiva nella stesura dei protocolli ed è sempre presente con il proprio personale specializzato, ma “si trova in prima linea a sopperire da sola alle carenze del personale sanitario e dei consultori - ha sottolineato la responsabile area minori Silvia Tomassoni -, riuscendo grazie alla formazione del nucleo importante di assistenti sociali a non abbandonare a se stesso chi è colpito dal fenomeno ed addirittura a ragionare sul discorso della prevenzione. Purtroppo però, le energie assorbite dalla parte della cura assorbono i 3/4 del nostro tempo e tolgono spazio alla prevenzione che sarebbe fondamentale”.








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