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Promo online: come le aziende ci chiamano all’azione


La call-to-action, infatti, altro non è che una breve frase inserita in uno spazio pubblicitario, in un sms, nelle pagine social sponsorizzate o negli annunci dei vari marketplace, la quale invita l’utente a compiere una determinata azione. La cosiddetta, in sintesi, CTA, può assumere diverse forme, a seconda degli intenti di marketing dell’impresa oppure in base al canale promozionale utilizzato. Ad esempio, potrebbe consistere in un bottone da cliccare, come anche in un link che rimanda a una landing page, ovvero una pagina “di atterraggio” che a sua volta conterrà dei campi da compilare, un contenuto da scaricare, oppure un’offerta da sottoscrivere al momento.
Quello che conta, per l’azienda, è che chi naviga scelga di compiere l’azione specifica collegata, che si tratti di un vero e proprio acquisto oppure di lasciare i propri dati e recapiti e consenso informato per successive comunicazioni di marketing.
L’e-commerce - non va dimenticato-, non consiste soltanto nella compravendita immediata di un prodotto, ma anche in un percorso a step che parte proprio dall'acquisizione di nuovi clienti da incuriosire, conquistare, fidelizzare nel tempo. Questo approccio, denominato “funnel marketing” è rappresentato nei grafici tecnici come un percorso a imbuto che parte da un primo contatto con potenziali acquirenti o utenti e, tramite un processo di conversione, si restringe fino all’ottenimento di una fedeltà verso la marca, il brand, il portale di vendita.
Esempi di call to action: come si stimola la curiosità
La concorrenzialità su Internet non conosce tregua, ed è estesa a livello internazionale, anzi, globale, visto che ogni giorno si può acquistare online anche da siti o piattaforme estere. Per distinguersi ed emergere in questo “mare magnum” di offerta, l’azienda non può solo concentrarsi su prezzi bassi e scontistiche varie, ma deve posizionarsi in un mercato ben preciso, generico o di nicchia, e sempre comunicare con efficacia le proprie promozioni.
Va anche considerato che i consumatori 2.0 sono esigenti e cercano nella marca anche qualità, originalità, identità in cui riconoscersi, personalizzazione.
Nell’ambito dell’e-mail marketing, ad esempio, sono graditi messaggi che al classico “scopri l’offerta” o “visita il nostro sito” aggiungano anche il nome del destinatario, in modo inclusivo. Nondimeno sono apprezzati gli auguri per il compleanno o per le Festività, sempre in collegamento al link di un’offerta, ad esempio di un operatore telefonico o di una piattaforma di TV in streaming.
Un altro tipico modo per chiamare all’azione se un visitatore è solo interessato al marchio, ma non è ancora cliente, è la prova gratuita di un prodotto oppure di un servizio. Il testo che si riferisce a questo tipo di “call to action” può essere simile a “prova gratis per un mese” o “prova gratis per una settimana”, tipico di servizi come ad esempio Amazon Prime, Anche le diciture “ricevi gratis a casa”, oppure “ottieni un campione omaggio”, sono usate spesso nel caso di aziende di cosmetica o food, ma anche in siti di sampling come ScontOmaggio e similari.
A volte le modalità in cui si esplicita la “chiamata all’azione” sono neutre, e spesso accade nel caso di piattaforme di intermediazione come i compara prezzi: si possono dunque trovare formule come “scopri le offerte”, “confronta i prezzi e risparmia” nel caso delle tariffe di luce, gas, assicurazioni o “clicca qui” per sapere ad esempio tutto sugli operatori di gioco online, dai bonus senza deposito al servizio clienti.
In altri casi ancora, ovvero quando i compara prezzi lavorano con aziende affiliate, è proprio da questi portali che parte la “chiamata all’azione”: si pensi a piattaforme che offrono servizi di viaggio, come ad esempio Airbnb, Trivago, Tripadvisor, Booking. Gli annunci tipici di questi siti sono “prenota ora”, “salva le idee di viaggio” oppure “contatta la struttura”, ma possono essere incluse anche formule che fanno leva sull’urgenza di un'offerta last minute, tipo “ultima camera rimasta”, “affrettati” e simili.
I modi che le aziende e gli e-commerce utilizzano per scalzare la concorrenza sono davvero numerosi e originali, e nondimeno possono includere i maggiori canali social, attraverso le pagine sponsorizzate e l’adesione a quiz, test, cacce al tesoro virtuali. Tale modello è detto “gamification” e prende spunto dal gioco: chi clicca su bottoni tipo “gioca con noi” o “partecipa al sondaggio”, lasciando i propri dati personali e l’indirizzo fisico o e-mail, entra nel database aziendale, e magari riceve in cambio gadget o campioni di prodotti come detersivi, cosmetici, generi alimentari, bevande.
La chiamata all’azione: tutto in un messaggio
Una buona tecnica di “call to action” richiede competenze particolari: la grafica del messaggio deve essere chiara, attrattiva ma anche in linea con il brand, mentre il testo in sé, nella sua semplicità, dovrebbe contenere tutte le informazioni utili per i visitatori del sito.
Quando ad esempio si legge il claim di Netflix “Guarda quello che vuoi, ovunque. Disdici quando vuoi”, in poche parole è sintetizzato il concetto di un palinsesto ricco, ma anche quello di sospensione del servizio in qualunque momento. In linea di massima a una buona “call to action” deve essere abbinato un beneficio, un vantaggio, un’offerta, una promozione: l’utente deve avere l’impressione di ottenere qualcosa in cambio dall’azione intrapresa, e non di essere bersaglio di una pubblicità sfrenata.
Stimolare curiosità, offrire benefici, attrarre con frasi accattivanti e colori vincenti: ecco, in definitiva, come il marketing costruito sul brand può fare la differenza.

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