comunicato stampa
Chiaravalle: Pd, successo per l’iniziativa sul Piano Socio-Sanitario Regionale


Presenti tante cittadine e cittadini da tutto il territorio provinciali, tra i quali rappresentanti dei gruppi consiliari di maggioranza e opposizione, dell’amministrazione comunale, di vari partiti, operatori, medici, infermieri, sindacalisti che hanno animato un dibattito molto intenso e con spunti di riflessione e testimonianze di grande valore.
Il PD Marche, rappresentato nella serata dalla segretaria regionale Chantal Bomprezzi, sta promuovendo in queste settimane mobilitazioni e momenti di approfondimento sul tema della Sanità, coinvolgendo operatori, sindacati, esperti per mettere in luce le mancanze e avanzare proposte alternative rispetto al PSSR e, più in generale, alla drammatica situazione del Sistema Sanitario Regionale a tutti i livelli.
Il neo-eletto segretario del circolo di Chiaravalle Ivano Rocchetti ha ricordato le battaglie promosse negli anni dal partito locale, e l’attuale impegno di tutto il partito per combattere la pericolosa deriva che può portare allo smantellamento della sanità pubblica.
Pesaresi, Sturani e Mangialardi hanno rimarcato come il Piano sia in realtà un mero libro dei sogni, nel quale gli interventi strutturali non seguono una logica precisa, ma sono letteralmente inseriti “a caso”, generando sperequazioni intollerabili tra territori. Il Piano non rispetta le linee guida nazionali imposte dal Decreto Balduzzi e non parla delle risorse che sarebbero necessarie per realizzare davvero quello che viene descritto e che è destinato a rimanere solo ed esclusivamente sulla carta. Un Piano, dunque, irricevibile e poco serio.
Il Partito Democratico ha messo sul campo una proposta alternativa credibile e capace di rilanciare davvero il comparto. Attraverso una Proposta di Legge alle Camere presentata in data 3 Luglio il Gruppo PD ha individuato una precisa modifica al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 attraverso la quale si impegna il Governo a individuare l’importo delle risorse finanziarie destinate al Servizio sanitario nazionale in misura non inferiore al 7,5 per cento del prodotto interno lordo (PIL) dell’anno precedente, al netto del tasso di inflazione annuale, e adeguato all’indice di vecchiaia e all’aspettativa di vita della popolazione.
Solo attraverso un investimento economico-finanziario massivo alle spalle, riportando dunque i livelli di spesa al periodo COVID, si può immaginare di rendere reali e concreti i vuoti proclami presenti nel Piano, sprovvisti peraltro di qualsiasi logica razionale e senza una equa distribuzione di personale e strutture sui territori.

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