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Monsano: grande successo per il concerto rock-folk de La Macina e La Gang

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di Michele Paoletti
redazione@viverejesi.it


Sabato sera a Monsano, all’interno di una piazza dei Caduti stracolma, s’è rinnovata la magia di un appuntamento ormai rituale per gli amanti del rock e del folk: il concerto di “Macina-Gang”.

Il trade-union “made in Marche” tra il canto popolare de “La Macina” ed il rock de “La Gang” nato nel 2000, è diventato appuntamento fisso nella piazzetta del centro storico monsanese per gli ammiratori dei due gruppi. Un’alchimia, quella tra le due formazioni di Jesi e Filottrano, che lega il rock dei fratelli Severini e il folk di Gastone Pietrucci & C. che come il vino delle grandi annate va stappato in occasioni speciali, ma che da quest’anno è diventato appuntamento fisso che si rinnoverà ogni anno a Monsano, senza se e senza ma. Ad annunciarlo sul palco è stato lo stesso Pietrucci (direttore artistico del “Monsano Folk Festival” giunto alla 38^ edizione) che lo scorso anno ha festeggiato gli 80 anni: “Abbiamo deciso che lo faremo ogni anno, ancora per molti anni, da qui alla fine…”. Uno scrigno pieno di emozioni, messaggi positivi, valori, esperienze, canti popolari marchigiani e non e buona musica. Un’esperienza che ogni amante della buona musica, delle tradizioni e della “marchigianità” dovrebbe fare almeno una volta nella vita.

Davanti ad un pubblico foltissimo, forse anche inatteso visto che gli organizzatori sono stati costretti a portare panche e sedie supplementari da posizionare ai due lati della piazza gremita, hanno iniziato i fratelli Severini in versione acustica. Cinque canzoni con il tema della “Resistenza” in un momento in cui, ha detto Marino Severini, “se ne sente di nuovo il bisogno e non bisogna aspettare per farla”. I riflettori sulle O.N.G. “che sono i nuovi Partigiani” e la dedica alle barricate delle Giornate di Parma dell’agosto 1922 che “se fossero state replicate in tutto il Paese, ci saremmo risparmiati 20 anni di dittatura”. Marino e suo fratello Sandro hanno poi lasciato il palco a La Macina, che ne ha suonato cinque suoi successi fino a quando i due gruppi si sono finalmente riuniti per la seconda parte del concerto. Un’altra ora abbondante di canti tradizionali riarrangiati in chiave rock e valorizzati dalla voce sempre graffiante di Pietrucci e dai musicisti de La Macina (Marco Gigli, Adriano Taborro, Roberto Picchio, Riccardo Andrenacci e Marco Tarantelli). La chiusura, ormai classica come “Alba Chiara” di Vasco Rossi o “Il Cielo” di Renato Zero, con la dolcezza di “Cecilia” e la carica di “Kowalski”, seguite dal bis di orgoglio marchigiano con la tradizione popolare dei canti di Pasquarella.

Due grandi gruppi – ha detto nel suo saluto alla piazza il sindaco di Monsano Roberto Campelli, che ha incassato più volte le lodi ed i ringraziamenti di Pietrucci per quello che ha fatto negli anni per la crescita del Festival –, i quali hanno fatto la storia del rock e del canto popolare, che noi monsanesi siamo davvero onorati di ospitare in questa splendida location che siamo davvero fortunati di avere e che ci permette di realizzare tante iniziative di pregio”.

Il “Monsano Folk Festival si chiuderà a Civitanova Marche domenica 20 agosto in piazza Ramovecchi (ex Abba) alle ore 22,30 col concerto del La Macina e Elisa Ridolfi “cantar poesia”, ma l’appuntamento con queste due colonne portanti, marchigiane, del rock-folk italiano è per l’anno prossimo a Monsano in piazza dei Caduti. E forse stavolta servirà la seconda data.

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