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Il giudice Gratteri intervistato dallo scrittore Nuzzi a Filottrano: “Anche i marchigiani tengano la guardia alta contro le mafie”


L’appuntamento, organizzato all’interno del Festival del Giornalismo d’inchiesta delle Marche “Gianni Rossetti” dal circolo culturale Ju-ter club Osimo in collaborazione col circolo +76, la Confartigianato Imprese di Ancona e Pesaro Urbino, si è tenuto alle 21:00 all’interno della sala del consiglio comunale gremita di persone e rivelatasi insufficiente per ospitare i molti cittadini che sono accorsi da molte parti delle province di Ancona e Macerata.
“Un magistrato che non ha eguali - ha detto Nuzzi introducendo Gratteri -. Per dare un’idea di quale vita conduca questo servitore dello Stato, basti dire che ricorda la data dell’ultima volta in cui ha mangiato una pizza in pizzeria, che non fa un bagno al mare da 30 anni, che vive in una casa con i vetri antiproiettile con finestre a 2 metri da terra, in cui nello stesso perimetro vivono militari e poliziotti che lo proteggono”.
La “chiacchierata” tra il magistrato ed il giornalista ha naturalmente riguardato per la quasi totalità delle due ore la criminalità organizzata, contro la quale Gratteri si batte ed ha scritto oltre 20 libri e di cui anche Nuzzi si occupa come saggista di fama, come dimostra il suo lavoro più celebre “Vaticano S.p.A.”.
Entrambi i relatori hanno concordato sull’importanza della divulgazione come arma più efficace, anche di più dell’attività investigativa di Magistratura e Forze dell’ordine, contro le mafie. “Nonostante la vita che è costretto a condurre - ha detto Nuzzi ancora presentando il Giudice calabrese -, quando può, prende le ferie, si mette in macchina e fa 500 km insieme alla scorta per andare a fare attività divulgativa”. Questo perchè, nonostante lui sia procuratore a Catanzaro, nella patria della ndrangheta, la malavita riguarda tutti.
“Non è che uno che risiede a Filottrano - ha ammonito Gratteri parlando alla platea marchigiana, definito popolo tranquillo e di gente perbene -, siccome non ha a che fare con la malavita organizzata nella quotidianità, questa non condizioni la sua vita. Lo fa indirettamente”.
Per rafforzare il concetto, ha chiesto al pubblico: “Ci sono cocainomani qui nella vostra zona? Chi ha portato la cocaina qui, i salesiani? No, l’ha portata la mafia, la camorra, la ndrangheta. Le mafie fanno così, si aprono la via con lo spaccio, poi iniziano ad insinuarsi anche in territori apparentemente privi di malavitosi come il vostro, comprando un ristorante o un hotel, dove poi radicano i loro malaffari. Non li vedi, ma ci sono. Non hanno i basettoni e i baffi con la coppola come nei film anni ‘50, sono persone come voi, gentili e cordiali”.
Per questo Gratteri, quando il lavoro glielo consente, va nelle scuole in cui lo invitano in tutto il Paese a parlare ai giovani, per far capire l’importanza di non favorire queste associazioni criminali in alcun modo, anche nei piccoli gesti.
“Oggi le mafie non ammazzano più - ha continuato - perchè non hanno bisogno né interesse. Nella gente c’è la percezione che è più facile essere ammazzati dal marito, che in un attentato mafioso”. Rivolto ai diversi sindaci presenti in platea, ha poi ammonito: “Sentire che oggi la gente non si candida a fare il Sindaco perchè non ha il coraggio e perchè ‘è pericoloso mettere le firme’, è ridicolo… finitela! Se si è in buona fede bisogna assumersi tutte le responsabilità e la Pubblica Amministrazione ha una macchina in grado di risolvere tutti i dubbi ed aiutare i sindaci. Anche l’abbassamento della morale e dell’etica ha portato nelle mafie il venir meno della necessità di sparare per affermarsi”.
Il colloquio Gratteri-Nuzzi è poi proseguito su temi di grande interesse come le nuove droghe che imperversano perchè “la malavita ha al soldo bravi chimici che ne producono sempre di diverse, le quali sono difficili da inserire nei prontuari delle sostanze stupefacenti e psicotrope”.
Sono stati fatti gli esempi della nuova “cocaina rosa”, inodore e difficile da individuare nelle Dogane, che ha dunque misure di contrasto molto modeste o la droga sintetica detta Fentalyn, la più diffusa negli Usa, i cui assuntori sono “facilmente riconoscibili perchè camminano ingobbiti e procedono a scatti come gli zombi”.
Toccati pure i temi della legalizzazione delle droghe leggere, a cui Gratteri è contrario perchè, ad esempio, “la marijuana è oggi il 65% più dannosa e pesante di quella degli anni ‘70”, dell’educazione dei figli da parte delle famiglie ed in particolare delle madri “che oggi si comportano da quindicenni e sono spesso in competizione con le figlie”, dell’importanza di una scuola sempre più marginalizzata e dei professori sottopagati il cui ruolo ”è ormai visto dai ragazzi come quello dello sfigato”, del peso della nomenclatura ecclesiastica nelle varie mafie e, naturalmente, della politica.
Nel finale anche una parte più “leggera”, in cui Nuzzi ha fatto emergere il Gratteri “uomo”: l’infanzia povera, la convivenza con i compagni di scuola figli di ndranghetisti, la passione per i trattori (dei quali sa tutto) e per l’agricoltura (coltiva per hobby terreni di bergamotto), ma anche di padre “assente, ma fortunato ad aver avuto una moglie che ha fatto un grande lavoro per l’educazione dei figli”.
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